venerdì 24 febbraio 2017

Diario di bordo - Dodicesima settimana di viaggio

Giorno di viaggio 78

23/8/16


Al mattino fuori dalla tenda c’era un vento forte e delle brutte nuvole, di fatti dopo neanche un ora di guida ci siamo dovuti mettere l’antipioggia che non avremmo mai tolto fino alla città dove ci siamo fermati poi per dormire. Una rabbia passare per paesaggi collinari sicuramente molto belli senza potermi ammirare, dato che la visibilità era ridotta dalla foschia. Anche i villaggi pittoreschi, con case storte in legno scuro e serramenti decorati in legno chiaro o colorato di bianco, azzurro, blu, verde acqua, immersi in un aura ottocentesca, sono passati veloci sotto l’acqua incessante. 

Dopo 200 km di strade misto battute e in costruzione rese paludi-groviera, siamo infine giunti alla celebre Transiberiana, dove eravamo ormai fradici anche sotto l’antipioggia, perché l’acqua in velocità si infila ovunque, con altrettanta velocità.

Dopo quasi un mese separati abbiamo reincontrato Piet per caso!
Nella cittadina di Chernyshevsk ci siamo fermati per un caffè ma guardandoci in faccia abbiamo capito che sarebbe stata la tappa per la notte. Un gentile passante dopo varie ricerche di un hotel ci ha accompagnato all’Hotel Karina dove ci siamo goduti una doccia (dopo altri due giorni senza) e abbiamo fatto il bucato spargendo tutti i vestiti ad asciugare nella minuscola stanzetta.
Mentre era il mio turno nella doccia ci bussano alla porta, Teo mi racconta di aver aperto e di aver trovato una sorpresa! Era Piet! Rimasto in Russia mentre noi eravamo in Mongolia, prendendosela con calma era ancora in giro. Poco dopo con un paio di birrette alla mano ci siamo raccontati le vicende delle ultime settimane, tra telai (mio) e forcelloni (suo) rotti, gomme forate e motoraduni sul lago Baikal. Tanti racconti da entrambe le parti fino a tardi!

Giorno di viaggio 79

24/8/16



Il cielo sembrava promettere meglio ma c’era un aria bella gelida. Abbiamo ripreso la transiberiana per quelli che sembravano essere un infinità di chilometri ed invece ogni volta che controllavamo non ne passavano mai abbastanza. Ad un ritmo di 70-90 km all’ora a seconda delle folate di vento e degli acquazzoni sporadici non si riusciva a fare di più. Tappe obbligate nei pochi caffè, a circa 150 km di distanza uno dall’altro, per scalarsi ed infine il motel, dopo aver concluso 500 km in tutta la giornata. In questa zona costa tutto un po’ di più per via della difficoltà di approvvigionamento merci, però ristoranti, caffè e motel sono sempre pieni. Ci parcheggiamo per la notte, stanza senza doccia ma con una mensa self service buona.


Giorno di viaggio 80

25/8/16


Blinis russi, con latte condensato
Dopo un abbondante colazione con uova e blinis (delle crepes servite con yoghurt greco oppure con latte condensato), ci siamo rimessi in moto ai nostri 80 km/h imbottiti di vestiti. 
Paesaggi identici ci sfrecciavano ai lati: alberi fini dal tronco bianco che sembravano scheletri e qualche albero più frondoso sul suolo della steppa verde ingiallito e la riga dell’asfalto davanti e dietro a noi. 


Asfalto tutto sommato in buone condizioni a parte qualche tratto in riparazione con buche profonde anche 15 cm. Dopo 150 km ci fermiamo per i bisogni a bordo strada e la mia moto non si accende più. Teo diagnostica il danno nel relè, che ha subito varie botte ed è posto sotto le sollecitazioni della mia borsa laterale, che preme sul fianchetto avendo eliminato i supporti borse dopo la loro rottura in Mongolia. Perdiamo un oretta tra smonta e rimonta. Nel tardo pomeriggio arriviamo a quello che speravamo fosse il nostro alloggio per la notte ed è invece la gigantesca guest house è piena. Sono le 19.00 e la prossima opzione segnata dalle mappe è a 100 km e il sole sta per tramontare. 

Inizia la corsa, col sole tramontante dietro che ci regala lo spettacolo di un cielo rosa, poi la temperatura precipita da 18° a 10°.
Siamo in Motel appena in tempo per il buio dall’alto tasso di umidità.
Ci scaldiamo con the e crepes dolci, poi doccia e nanna. 
Hotel Oasis, 1600 rubli con doccia, yes!

Giorno di viaggio 81

26/8/16


Ancora una giornata no sulla strada diritta, senza fine. A sinistra e a destra alberi spelacchiati e alberi più frondosi. Alberi, alberi, alberi. Asfalto, asfalto, asfalto.
Dopo qualche centinaio di chilometri neanche più alberi. Campi e steppa.
Alcuni ragazzi russi incontrati al benzinaio

Nelle orecchie abbiamo ormai fissi i tappi acustici per proteggerci dal vento altrimenti assordante. Ma per i pensieri tappi che tengano non esistono. 
Ci si intrattiene come si può, pensando alle cose da fare, alla casa a cui torneremo.

La temperatura sale durante le ore più calde e al primo rifornimento di benzina già sudiamo. 
Centinaia di chilometri tra un caffè e l’altro. 
Bisogna calcolare bene quando fermarsi la notte perché il prossimo motel potrebbe essere a oltre un’ora di strada. 
Ci fermiamo con 370 km sotto le ruote al Cafè Ardor che ci pela 2000 rubli per una stanza senza opzione doccia, quella è soggetta a pagamento extra, come se fosse un opzione o meno lavarsi.
Tentiamo di rilassarci con quattro birre e dei formaggini che ci stavamo portando nelle borse della moto, ma poi si innesca una discussione in cui rimaniamo intrappolati per ore. Fatta pace con noi stessi e le nostre teste cotte, crolliamo a mezzanotte. La valvola di sfogo a volte parte per la tangente, ma una volta chiaritisi tutto torna alla normalità. Siamo stanchi, ma resistiamo.

Giorno di viaggio 8227/8/16

La colazione del campione: uova, pane, succo, caffè e blinis.
Semplice giorno di viaggio, sappiamo che sarà noioso dunque partiamo con una bella colazione e un po’ prima dei nostri orari abituali. 
Il caldo inizia a farsi sentire da doverci togliere uno ad uno gli strati invernali che si stavano invece sommando nei giorni scorsi. Facciamo pausa ogni 100 km circa per caffè e i blinis, ufficialmente diventati i nostri dolcetti preferiti, che ci danno una bella botta di zuccheri. 
Giunge infine l’ora di cercare un posto per la notte e di km ne abbiamo fatti 400. Incrociamo la città di Khabarovsk, dove tramite Booking ci prenotiamo all’hotel 5 Zvezd Suvorova. Finalmente avremo accesso a una wifi per studiare il discorso del traghetto per il Giappone, perché le informazioni che abbiamo fino ad ora non sono certe e dobbiamo capire se andare a Vanino o a Vladivostok, qui siamo al bivio geografico per prendere l’una o l’altra strada.
Curiosa stanza dell'Hotel Zvezd a tema fucsia, "riposante"
Il web ci da la conferma tramite numerosi racconti recenti di altri viaggiatori: la rotta Vladivostok-Sakaiminato sembra l’unica opzione in quanto il traghetto da Sakalin (l’isola russa a nord del Giappone) all’Hokkaido (l’isola giapponese più a nord) è stato chiuso ai veicoli e trasporta solo passeggeri. Il traghetto da Vladivostok è operato dalla DBS Ferries eppure il loro sito non consente la prenotazione online, inoltre opera una sola corsa a settimana, il mercoledì, che sarebbe tra esattamente cinque giorni. Se ci muovessimo potremmo raggiungere il porto in due giorni ed avere il tempo di preparare lo sdoganamento delle moto, lavarci i vestiti e soprattutto capire da dove e come si parte. Mandiamo un email alla compagnia navale sperando di trovare posto per questo mercoledì 31 agosto, contando che oggi è venerdì, per di più sera, il servizio clienti è chiuso e ci risponderanno che saremo in dirittura di arrivo, ma tentiamo comunque. Domani avremo una tappa da 500 km e il giorno ancora successivo 200, così da arrivare al mattino presto al porto. 
Ancora due giorni di tirata e poi questa tortura sarà finita. Non riusciamo a comprendere come la transiberiana sia stato tanto idealizzata da renderlo un tragitto ambito da percorrere. Sarà che noi siamo entrati nell’ultimo pezzo, che probabilmente essendo meno abitato è il più monotono.. fatto sta che questa lunga striscia di asfalto nel nulla non ci ha regalato particolari emozioni se non la voglia di finirla al più presto.
Hotel Zved Suvorova, ca 24 euro.

Giorno di viaggio 83

28/8/16


Si riparte in quarta, tirando il più possibile, ma ogni 100 km ci si deve fermare per il male al sedere e la noia. I caffè e i dolcetti ci tirano su il morale, troviamo anche un posto buono per il pranzo, dove mangiamo due zuppe e delle insalatine sfiziose, con barbabietole, noci, formaggio fresco e la classica insalata russa che è arrivata anche da noi. La cucina russa ci ha stupito piacevolmente, abbiamo sempre mangiato bene ovunque pagando pochissimo.  



A sera invece troviamo vari motel pieni, nell’ultimo ci indicano un casolare stile film horror, al quale bussiamo che è già buio. Ne esce un vecchio con gli abiti sporchi di grasso, molto gentile. Ci mostra la stanzetta, che ha il bagno. Siamo gli unici ospiti inizialmente, ma in poche ore il parcheggio si riempie di automobili di altri avventori, che su quattro ruote possono viaggiare più a lungo sulla strada senza lampioni.

Giorno di viaggio 84

29/8/16


Ci svegliamo presto con la voglia di raggiungere Vladivostok, e ci sono ancora 230 km da percorrere. I cartelli in strada sono un po’ indecisi sulle distanze, uno indica 230 km poi a pochi km uno 208 e successivamente un altro 217, per tutto il viaggio non si capisce a che punto siamo. Un po’ di pioggerella e freddo tentano di rallentarci, ma infine eccoci, il mare all’orizzonte, siamo sull’oceano pacifico!
Seppur non sia un grande scorcio, sapere che siamo arrivati all'Oceano Pacifico via terra ci ha riempito di emozioni
Troviamo il porto e nel contempo arriva la conferma via e-mail di DBS: possiamo partire mercoledì! Tutti i tasselli della settimana si ricompongono e sentiamo di aver completato un altro pezzo del nostro viaggio. Andiamo a completare l’acquisto dei biglietti e ci spiegano che dovremo fare lo sdoganamento moto tramite un agenzia che vuole bel 150 dollari a moto. Li per li ci fidiamo anche se sembra un esagerazione, ma non abbiamo un interprete e soprattutto abbiamo timore di non compilare le carte bene col rischio di non imbarcarci. Ci affidiamo a Yuri della Links Company e via. 
La moto di Teo sotto le spazzole dell'autolavaggio
Sarà il trasporto più costoso mai preso e sicuramente anche una delle voci più costose dell’intero viaggio: 153 dollari a testa per il biglietto nostro e ben 500 di trasporto per ogni moto, più tasse varie in cash per altri 25-30 euro. Sommati ai 150 a testa di sdoganamento ne escono 800 a testa per arrivare a toccare il suolo giapponese. 
Ma saremo in Giappone venerdì, ce l’abbiamo quasi fatta! Dopo una lunga ricerca sotto l’acqua (in cui troviamo molti ostelli pieni), troviamo l’Atlas Hostel che ci da una stanza tripla a “soli” 33 euro a notte. Ne approfittiamo per riassestarci e fare delle lavatrici, abbiamo ammucchiato due sacchi di roba sporca e umida che nelle borse da moto non fa che fermentare! 
I simpatici ragazzi dell'autolavaggio di Vladivostok
Nel pomeriggio andiamo a cercare un autolavaggio perché Yuri si è raccomandato del fatto che le moto sporche non sono accettate a bordo e non basta la pioggia che sta cadendo, dobbiamo lavarle per davvero salutando il fango e la sabbia della Mongolia che ci stavamo portando dietro. Una volta sistemati abbiamo fatto un salto a comprare una sorta di cena, a base di salmone affumicato, che in Russia è ottimo. Stanchi, ma finalmente con la certezza del traghetto prenotato, siamo andati a dormire felici.

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