lunedì 27 febbraio 2017

Diario di bordo – Quattordicesima settimana di viaggio


Giorno di viaggio 92
6/9/16

Dato che visiteremo Osaka ci servirà stare un'altra notte in ostello ma per guardare il budget abbiamo cercato una soluzione più economica: 2000 yen a stanza, se non che giunti alla struttura ci viene presentato un altro conto con la scusa di una clausola “pulizia” che non avevamo notato sulla pagina di Booking. 
Segue qualche momento di trattative e discussioni tra noi 3 sul da farsi finchè il gestore decide di farci il favore di lasciare tutto come stava.
Così parcheggiate le moto qualche via più in là, dove fosse consentito parcheggiare, ci dirigiamo verso il centro per un po’ di esplorazione. Sperimentiamo la prima metropolitana giapponese: pulitissima e con la gente che attende in fila indiana nelle corsie disegnate a terra ed allineate a dove si fermeranno le porte del treno.


Sbuchiamo in un quartiere gremito di palazzoni e negozi. Mentre ci guardiamo attorno spaesati si ferma un ragazzo in bici, Toyo, chiedendoci se ci serva aiuto offrendoci anzi di portarci in giro e pranzare assieme. 

Con Toyo
Ci conduce tra viette insospettabili nascoste dai palazzi, con botteghe e ristorantini più datati, dalle insegne in legno e le lanterne rosse appese fuori, poi ci porta a mangiare il tipico okonomiyaki (una frittata di cavolo, uova, pezzetti di carne e pesce) e taco yaki (polpette di polpo). 

Scopriamo che il “ragazzo” ha quasi 50 anni e che è un mercante di dischi vintage abituato a viaggiare per il mondo. 
Lo salutiamo, ringraziandolo.



Intanto inizia di nuovo a piovere, mentre attendiamo sotto ad un balcone un passante ci regala curiosamente due ombrelli, normale amministrazione qui? 
Proseguiamo il giro andando verso il castello di Osaka, tardi per visitarlo da dentro, ma passeggiando volentieri per le vie del grande parco che lo circonda. 


Di nuovo buio, ci incamminiamo verso l’ostello a piedi, fermandoci a comprare del sushi al supermercato approfittando degli sconti serali.
Guardandoci intorno conveniamo che il mezzo di trasporto migliore sia la bicicletta, una volta a Kyoto cercheremo di noleggiarle. 

Qui la gente lascia motorini e bici parcheggiate senza catene e lucchetti, ci sono apposite aree dove lasciarle senza creare caos e il servizio funziona. 
Anche le case qui in città non hanno inferriate né recinti e ci sono varie cose lasciate al di fuori di case e negozi senza timore che vengano rubate. 

Altri aspetti che ci hanno stupito in questi giorni sono che se un giapponese non sa la risposta ad una tua domanda piuttosto che non dirti che non lo sanno ti dicono una cosa a caso, né dicono mai di “no”, perciò a volte rispondono “yes” e si imbarazzano iniziando a ridere nervosamente. Nel traffico mantengono perfette distanze di sicurezza, non strombazzano e non hanno una guida prepotente. Generalmente costa tutto tanto rispetto alle nostre recenti esperienze in Russia o Kazakhstan, soprattutto gli alloggi (anche se ostelli) e il cibo, ma più nei supermercati che al ristorante. La benzina costa sui 1.10-1.30 euro al litro dipendendo dalla qualità (95 o 98 ottani).
Domani andremo a Kyoto e abbiamo già prenotato una guest house per poter avere già una base dove lasciare le moto così potremo già dare un occhiata alle bellezze della città nel pomeriggio.
Ume House, Osaka: 2000 per stanza ma abbiamo diviso con Vasilis in terzi uguali.


Giorno di viaggio 93
7/9/16

Dopo aver ricaricato le moto siamo partiti alla volta di Kyoto percorrendo la parallela all’autostrada che correva esattamente sopra le nostre teste su una sopraelevata, con la sola differenza di non essere intervallata da mille semafori come la nostra corsia.
Presi dal caldo assoluto cercavamo di “scattare” ai semafori per fare qualche metro di fronte alle altre macchine e avere un po’ di vento in faccia. Per qualche strano motivo ho deciso di giocare con la moto e provare qualche impennata ai semafori. Carica di bagagli dietro succede che riesca a sollevare di qualche cm l’anteriore, così nella mia felicità ed incoscienza mi giro verso Teo per mostrargli il giochino goliardico.
Ma in quel momento faccio la cazzata e do una bella sgasata senza tenere il piede sul freno posteriore.. impenno la moto a candela e cado all’indietro. Tento di arretrare ma la moto mi piomba sul piede sinistro. Inizialmente ridiamo tutti ma poi sento un forte bruciore propagarsi dalla caviglia e temo il peggio.
I ragazzi mi aiutano a tirar su la moto e levare lo stivale, il piede inizia a gonfiarsi a vista d’occhio come un palloncino. In una frazione di secondo penso di aver concluso la mia avventura e mi sento terribilmente responsabile di ciò, mi avvolge una tristezza che solo il dolore della caviglia mi riporta alla realtà.
Qualcuno nel traffico dietro di noi deve aver chiamato un ambulanza, che arriva in tempo zero, chiedendo se voglio andare in ospedale. Guardo Teo e Vasilis. Però per precauzione decido di andare a controllare di non aver rotto nulla dato che il dolore inizia ad essere parecchio forte, omettendo di descrivere la causa reale della mia caduta e dicendo di essere scivolata.
Coi ragazzi abbozziamo il piano B: loro due porteranno le moto alla guest house dove siamo prenotati, io andrò in ospedale con l’ambulanza e in qualche modo ci rimetteremo in contatto per ribeccarci, siamo ancora senza modo di telefonarci ma useremo la wifi.
Sperimento dunque la corsa in ambulanza dove mi issano e fissano senza che io faccia tempo a rendermi conto, è tutto fluido e silenzioso. In Pronto Soccorso mi ricevono subito e nonostante sia un codice verde in cinque minuti sono sotto i raggi X e dopo neanche un quarto d’ora ho il referto della radiologa, che dice che per fortuna non ho niente di rotto ma che potrei aver danneggiato il legamento, che è stato sottoposto a forte compressione. Mi vogliono mettere un tutore per non farmi muovere la caviglia nei prossimi giorni e accetto, cercando di non pensare che siamo in viaggio in moto e a come diavolo faremo. Mi modellano una fibra rivestita da un panno tecnico che immersa in acqua diventa malleabile e in 10 minuti prende la forma tenendomi il piede a 90°. 
Poi mi mettono in mano delle stampelle, probabilmente del 1800 (unico elemento antico in quell’ospedale super moderno), e poi mi spediscono di sopra a pagare il ticket raccomandandomi di non camminare per tre settimane. Pago il conto da 2300 yen (ca 230 euro), per fortuna abbiamo fatto le assicurazioni sanitarie prima di partire. Teo e Vasilis compaiono nel corridoio dell’ospedale, non so come ma mi hanno già trovato, e hanno già portato le moto alla guest house che per fortuna è così vicina che sono potuti venire qui con le bici che avevamo riservato online. Io prendo un taxi e ci troviamo tutti nell’appartamentino della guest house, primo piano con gradini stretti e alti dove ho modo di allenarmi con le stampelle. 
Passiamo la serata in casa con tanto ghiaccio sul piede e noodle (spaghettini) istantanei, sperando che questa condizione non metta a repentaglio la nostra visita di Kyoto e del Giappone intero…! Qui c’è una sola cosa da fare per il momento, anzi due: la prima è riposarsi e la seconda è ripromettersi di non fare più danni.
Kyoto Inn Higashiyama: 6000 yen camera tripla per le tre notti prenotate

Giorno di viaggio 94
8/9/16

Nonostante il brutto aspetto della caviglia, ho dormito senza patire dolori e ho notato un leggero sgonfiore, anche se il livido ha dei colori più accesi che fanno ribrezzo.
Mentre facevamo colazione è venuto a piovere forte e abbiamo atteso che spiovesse fino alle 10.30. Dato che non riuscivo a starmene buona a casa, ho provato a scendere e ad usare la bici noleggiata, e con sorpresa sono riuscita senza dolore, pedalando con la gamba buona e facendo peso morto con l’altra. Teo mi portava pazientemente le stampelle nel cestino della bici, così siamo potuti andati a visitare il Tempio Kiyomizu-dera, uno dei siti ‘must’ da visitare secondo la guida che mi ero procurata ad Osaka.



Abbiamo pedalato con tranquillità nelle viette pittoresche del centro e pranzato con un buonissimo chirashi (scodella di riso bianco con sesamo guarnita di pesce crudo), poi abbiamo continuato il giro in bici lungo il fiume Kamogawa fino al Shimogamo-jinja Shrine, altro bellissimo luogo di culto con antiche costruzioni di legno finemente lavorate e decorate in totale armonia con la natura, sempre presente e curatissima: alberi finemente potati e bonsai che rendevano i luoghi particolarmente magici.



Data la mia condizione, per oggi era sufficiente così, abbiamo cenato in guest house e ho approfittato della serata per aggiornate il blog e scaricare le foto per un backup. Domani altro round in questa bellissima città.


Giorno di viaggio 95
9/9/16


Oggi ci siamo concessi una dormita più lunga e nel primo pomeriggio una visita al giardino del palazzo reale, altri giretti in bici nel quartiere del mercato (food market) e poi due passi “stampellati” nel giardino Maruyama Park fino al tramonto. 
Lì vicino abbiamo poi trovato un ristorantino dove cenare con Gyoza (ravioli di carne) e Ramen, che erano davvero buonissimi. 
Il piede oggi si è gonfiato molto a causa della camminata, ricevo consigli da casa (papà e fratello medico e un amica osteopata..) che ovviamente suggerirebbero il riposo completo, ma come fare quando siamo dall’altra parte del mondo e c’è così tanto da fare e vedere; io ferma faccio fatica a starci, cercherò di non strafare e di dormire più a lungo col piede sollevato ma le visite le voglio ugualmente fare.
In serata ci salutiamo con Vasilis che partità l’indomani presto diretto al monte Fuji.

 
Giorno di viaggio 96
10/9/16

Oggi abbiamo fatto una lunga pedalata per raggiungere l’Arashiyama Park, celebre foresta di bambù di Kyoto, facendo un bel giro attraverso la città e le colline circostanti. 


La foresta era spettacolare ma gremita di turisti, per fortuna c’era il sole. Il parco era curato e tenuto pulito da piante più giovani che sarebbero cresciute in mezzo ai tronchi secolari ed altissimi. Sarebbe un luogo più suggestivo se il vociare ed ammassarsi della gente non rendesse il tutto così crudamente “umano”.


Abbiamo pranzato nelle vicinanze con katsu curry (curry, rise e cotoletta  di maiale), perché il nostro viaggio è anche gastronomico..!
Estendiamo la prenotazione alla guest house di Kyoto per altre due notti: abbiamo deciso di visitare  la città di Nara andandoci col treno anziché in moto così da far recuperare ancora un po’ al mio piede.


 


Giorno di viaggio 97
11/9/16

 

Oggi visitiamo Nara prendendo il treno regionale (JR), e arrivando in meno di un ora. Ci siamo recati al parco centrale famoso per i suoi monumenti, cominciando dal tempio Kasuga Theisha, in cima alla collina del parco e ridiscendendo tra gli alberi secolari e le bellissime lanterne di pietra che adornano i viali. 

Numerosi cervi liberi popolano l’area, ormai abituati ai turisti. 
E’ stata dura per il mio piede ma ce l’abbiamo fatta un passo alla volta. 

Poi siamo andati al tempio Todaiji, che ospita all’interno una statua gigante di Buddha, ed infine da fuori abbiamo ammirato la Pagoda dai cinque piani, con cinque tetti molto sporgenti rispetto al corpo centrale, che gli danno un aspetto tipicamente orientale.
















Dopo il tramonto abbiamo ripreso il treno e siamo tornati in stanza a fare i bagagli per la partenza dell’indomani. 
Marisa, la figlia del proprietario della guest house, mi fa uno stupendo regalo: dei pennelli e delle spugnette da trucco tipiche del Giappone essendo lei truccatrice di teatro kabuki e delle celebri maiko e gheisha. 
Dovrò spedirle dei pennelli italiani!






Domani si torna in moto e sento non poche farfalle in pancia per paura di non farcela a causa del piede.



Giorno di viaggio 98
12/9/16

Salutati i fantastici gestori della Kyoto Inn, ci apprestiamo a rivestirci da motociclisti iniziando già a sudare per il caldo. 
Con un gran male ho infilato lo stivale sulla caviglia su cui ormai non calzava più, e ho chiesto a Teo di spostarmi la leva del cambio per non dover piegare il piede per cambiare le marce. 
Mentre ci preparavamo un passante si incuriosisce sulla nostra provenienza e dopo due chiacchiere allunga a Teo 1000 yen, così per offrirci il pranzo..! 

Ci siamo poi diretti verso nord direzione Hokkaido, ma prevedendo di fare alcune tappe. 
La prima tappa è stato l’ospedale pronto soccorso di Kyoto dove ho riconsegnato le mie stampelle. In realtà mi avevano detto che potevo tenerle per tutto il viaggio e rispedirgliele da un'altra città, ma non sapevamo dove legarle in moto e sarebbe stato un po’ un impiccio, così le ho restituite sotto gli occhi strabuzzati dell’infermiera che mi ha visto allontanare zoppicando vistosamente e inseguendomi dicendo “sicura che non ti servano più?!?”. Ma no, grazie, non mi servono più. Credo.
La meta scelta per oggi è la città di Kanazawa, per via del suo rinomato giardino, uno dei tre più belli del Giappone. 
Siamo giunti dopo una guida di circa 5 ore, arrivando col buio, notando come nuovamente il sole stia anticipando il tramonto, alle 17.30 e che il fuso orario sia decisamente sballato: sono ad un ora indietro rispetto a Vladivostock che è in realtà molto più a ovest..
Abbiamo trovato con Google un posto per la notte presso la Shaq Bighouse, un ostello carinissimo con uno staff gentile e disponibile.
La sera ci ho messo praticamente mezz’ora a togliere lo stivale vedendo le stelle.. ma almeno sono riuscita a guidare.


Shaq Bighouse, Kanagawa, 2500 yen a testa (42 euro totali)

venerdì 24 febbraio 2017

Diario di bordo – Tredicesima settimana di viaggio

Giorno di viaggio 85

30/8/16 


Bye bikes, see you in Japan!
Alle ore 9.00 appuntamento per le pratiche di sdoganamento moto, pratica ingiustificatamente costosa che scopriremo solo in seguito avremmo potuto fare da noi risparmiando la quota dell’agente (150 dollari). 
Nell’ufficio della dogana conosciamo Chika e Masahiro, due viaggiatori giapponesi a bordo di una Toyota Landcruiser che stanno tornando a casa dopo aver fatto il giro del mondo.

Poi ci siamo recati a consegnare i rispettivi veicoli per il carico in nave che sarà fatto da parte del personale della DBS Cruise. 
Tra la mia che non si accende per il problema al relè e la stampella di legno di Teo (che ha spezzato il cavalletto in Mongolia), avranno da divertirsi a portarle dentro e legarle.
Al pomeriggio siamo così stanchi da buttarci sul letto a dormire per ben 3 ore, poi cerchiamo dis forzarci ad uscire per fare due passi e prenderci una birretta con cui festeggiare la riuscita della nostra piccola-grande impresa, di cui ancora non ci rendevamo ben conto: attraversare il continente asiatico in moto!

Giorno di viaggio 86

31/8/16


Ultime insalate russe!

A causa del tifone originatosi in Giappone che ha raggiunto la costa russa, il traghetto è stato posticipato alle 20.00 e attendevamo Yuri per darci un passaggio alle 17.00 dato che eravamo appiedati e coi bagagli a spalla. 
Senza la fretta delle sveglia abbiamo dormito come due ghiri fino a mezzogiorno, poi data l’ora abbiamo fatto un mix di pranzo e colazione nel centro commerciale adiacente gustandoci le ultime pietanze russe, in particolare le insalate di verdura e carne, ed acquistare qualche alimento per il viaggio in nave. 


Felici, ci si imbarca!
Fatte le valige e scaricati un paio di film per la lunga tratta, siamo poi andati al porto per trascorrere oltre 3 ore di attesa per vari ritardi nell’imbarco, ma fortunatamente trovando posto sui seggiolini di attesa al contrario di decine di persone che si sono trovate ad accatastarsi per terra. Sulle panchine abbiamo conosciuto Greg e Anthony, due professori inglesi all’università di Tokyo, che, preso un anno sabbatico, hanno deciso di tornare in Giappone senza aerei e quindi prendendo vari treni tra cui il Transiberian Express, fino a Vladivostok, per poi imbarcarsi come noi sul traghetto. 

Poi, finalmente, l’imbarco e la sensazione della nave che si stacca dalla terraferma, un metro alla volta più lontani dalla Russia e sempre più vicini alla completa realizzazione del nostro sogno!

Goodbye Vladivostok..
Proprio mentre contemplavamo l’allontanarsi delle lucine del porto, intravediamo nella folla una giacca Dainese con pitturata su una spalla una bandiera del Sol Levante e facciamo conoscenza con Vasilis, motociclista greco che sta viaggiando su una V Strom da un mesetto, attraversando tutta la Russia. Vasilis è arrivato qui in nemmeno un mese ed è giunto a circa metà del suo viaggio, dato il tempo di ferie a disposizione. Con lui c’è un ragazzo finlandese di nome Thom, in giro a piedi e diretto in Corea del Sud. Chiacchierando delle rispettive avventure si è fatta l’1.00 di notte e il mare inizia ad ingrossarsi quindi ci siamo andati a sdraiare per non stare male di stomaco.

Giorno di viaggio 87

1/9/16


La notte è stata parecchio movimentata, onde alte che ci svegliavano e caldo nella stanza con la finestra sigillata. 
Le pastiglie per il mal di mare prese in uno dei risvegli mi hanno fatto poi dormire fino a mezzogiorno, ma ancora il mare era mosso, così abbiamo dedicato due ore a vedere il film, manco farlo apposta “In the heart of the sea”, per restare in tema marittimo. 


Tramonto sulla nave
Matteo e Vasilis
Nel pomeriggio ci siamo messi a vagare per la nave prendendo un po’ d’aria fresca sul ponte con Vasilis e poi siamo scesi al coperto per scrivere il diario, riordinare le nostre cose e fare due chiacchiere improvvisando un aperitivo con le scorte alimentari comprate in Russia. 
Poi la notizia dell’approdo in Corea alle 20.00, ma dato che sarebbe stato buio ci avrebbero fatto scendere dalla nave solo al mattino! 
Il ritardo accumulato sull’arrivo in Giappone era ormai un giorno intero. Niente da fare, bisognava accettarlo. Ma tra le chiacchiere e i racconti con i nuovi amici viaggiatori anche questa serata è volata.

Giorno di viaggio 88

2/9/16


Donghae, Corea del Sud

Alle 8.00 puntuale la nave si è parcheggiata nel porto di Donghae, Corea del Sud. 
Compilate le carte dell’immigrazione temporanea, abbiamo avuto il permesso di scendere e fare due passi fino alle 15.00 e così abbiam fatto, riuscendo tra code varie a effettivamente entrare in Donghae alle 10.30. 
Dopo due passi nella purtroppo piovosa città, abbiamo mangiato in un piccantissimo ristorantino prendendo cose a caso dal menu di cui non si distinguevano i sapori e che ci hanno fatto solo sudare moltissimo. 
Poi siamo andati a visitare una grotta naturale in centro prendendo un taxi. 
La grotta era davvero spettacolare con stalattiti e stalagmiti e lunghi percorsi a 


piedi ben organizzati su passerelle di metallo con protezioni e tutto. Anche noi siamo stati dotati di protezione con caschetti antinfortunistici, e per fortuna, perché avrò sbattuto la testa nei bassi corridoi cento volte. 

Nel tardo pomeriggio una volta reimbarcati ci siamo messi a fare la solita combricola con aperitivo/cena attirando altri quali due ragazzi svizzeri (Charles e non ricordo, di Losanna), e i nostri amici giapponesi Masa e Chika, con cui ci si è fermati a far bisboccia fino a notte fonda. 
Chika nel frattempo ha confezionato dei bellissimi origami per tutti!

Giorno di viaggio 89

3/9/16

Terraaaaa!!!!!!!!! E' il Giappone!! 
Terra!! E non una qualsiasi! Siamo giunti alla nostra agognata meta! Che emozione! Alle 9.00 eravamo pronti e impazienti di scendere dalla nave. 
Prima di rivedere le moto però siamo stati in ballo con varie carte, vidimazione documenti e pagamenti fino alle 15.00..! Per prima cosa c'era da sbrigare la nostra immigrazione con stampo passaporto, poi lo sdoganamento delle moto, per il quale ci hanno portato in auto a Matsura (40 km) per ottenere la lettera del JAF che validasse i nostri Carnet de Passage, poi ultimo viaggio alla dogana del porto, per timbrare e compilare i carnet, ed infine ritorno in porto per il controllo delle moto, la stipula dell’assicurazione stradale giapponese e finalmente il ritiro delle nostre due ruote. 
Dopodichè abbiamo dovuto fare una risistemazione dei bagagli oltre che rivestirci da motocislisti. Alle 16.00 eravamo finalmente in sella, assieme a Vasilis, con rotta casuale ma in sommaria direzione di Osaka.




Ci fermiamo dopo un oretta per un pasto con le prime zuppe, scontrandoci con la difficoltà di capire il menu, di nuovo, in un altro paese, che per giunta scrive con ideogrammi, per noi irriconoscibili. Teo per sbaglio ordina una zuppa fredda e gli concedo lo scambio con la mia, calda, ma gliela invidierò fino all’ultimo boccone. 
Si trattava di un tipo di ramen (cibo che già in Italia amavamo molto): spaghetti in brodo, cipollotti tagliati fini, germogli di soia, qualche pezzo di bambù, fetta di carne di maiale, tutto in brodo di miso. 

Poi ci rimettiamo in marcia puntando il navigatore su un campeggio a 100 km, a cui arriviamo col buio scoprendo che il sole qui tramonta molto presto: alle 18.30, quindi dovremo cambiare un po’ i ritmi per godere di più della giornata. 
Campagne tra Sakaiminato e Osaka
Il campeggio lo troviamo chiuso ma le piazzole sono in vista e non transennate, dunque ci fermiamo. Sono solo le 20.30 ed è buio pesto. Montiamo le tende e poi io salgo sulla moto con Vasilis per andare a comprare del cibo per cena e colazione mentre Teo fa la guardia a moto e campo. In paese ci accorgiamo che però tutta questa cautela non era necessaria in quanto la gente lascia fuori dalle case molte cose incustodite, dagli attrezzi da giardinaggio alle biciclette senza catene. Deve essere un posto molto sicuro il Giappone. Nel tragitto al campeggio abbiamo avuto moto di assaggiare questo paese così nuovo e diverso. 


Ci sono molte montagne, basse ma boscosissime e salgono quasi in verticale sbucando dai profili delle città e dei villaggi, ricoperte di alberi fitti e frondosi. Le casette sono concentrate in gruppi e non hanno più di due piani ciascuna. Alcune hanno tetti scuri e con tante tegole ondulate e decorazioni angolari che vanno all’insù o che prendono forma di teste di drago o animale. 

Nei giardinetti delle case spesso sono presenti bonsai tenuti con cura, di dimensioni proporzionate alla casa (casa piccola bonsai piccolo, casa grande bonsai grande). La campagna è coltivata in quadrilateri super ordinati. Non c’è un solo ciuffo di pianta che sporge dalla linea di contorno della piantagione, tracciata con precisione. Tantissime le risaie, gremite di piantine giallo/verde che ondeggiano al vento. Tra le colline, all’orizzonte, si innalza la nebbiolina serale tipica del clima caldo/umido che sfuma i contorni delle cose dando un senso di fumosa pace. Il clima è effettivamente caldo e umico e appena ci si ferma si suda copiosamente. Solo il buio ci porta un po’ di frescura ma senza asciugarci.


Giorno di viaggio 90

4/9/16


Ramen restaurant
Al mattino la tenda è tutta bagnata e noi siamo appiccicosi ma niente doccia, perché il camping è proprio, in definitiva, chiuso, se non in disuso. Ripartiamo cercando di fare chilometri verso Osaka, ma ci rendiamo conto durante la giornata che non esiste una strada lineare, c’è intreccio di vie piene di semafori che non costeggia in modo lineare l’autostrada a pagamento, che peraltro abbiamo sentito da Masahiro è costosissima. 

Ci mettiamo varie ore a percorrere 40 km e si rende evidente che toccherà prenderla questa autostrada prima o poi se si vuole macinare delle distanze. 
Intorno alle 15.00 la ruota posteriore di Teo fora misteriosamente: non si trovano chiodi o altro, si pensa ad un pizzicamento della testa di un raggio che sporge all’interno del copertone. Perse un paio d’ore nella riparazione, si riparte che ormai è l’ora del tramonto eppure sono solo le 17.00..! 

Ci rimettiamo in moto ma dopo un ora e mezza abbiamo percorso pochissima strada e ci rendiamo conto che non si può proseguire così. Cerchiamo un punto dove prenda una wifi per individuare un posto dove fermarci, è dura senza connessione portatile e ancora non abbiamo comprato delle sim card locali. Bisogna cambiare programma per oggi ma ci serve Booking o Google, troviamo un convenience store, quei negozi punto di ristoro che vendono un po’ di tutto da bibite, cibo, riviste e vari articoli per esigenze last minute, ma soprattutto hanno i bagni e la wifi gratuiti! 

Con la wifi individuiamo un camping a 12 km dal luogo in cui ci troviamo. Giungiamo ormai alle 21 in questo parco di cui intravediamo la forma e incrociamo appena in tempo due custodi che stavano per chiudere. Facendoci fretta ci consentono di farci una doccia e piantare le tende alla modica cifra di 2000 yen in 3 (17 euro), siamo finalmente sistemati! Giappone, sei complesso, ma ti capiremo presto o tardi. 



Domani missione sim card e cercheremo di aggiustare il mio relè se no Teo deve sempre accendermi la moto facendogli fare la scintilla con una chiave inglese! Oltretutto anche Vasilis ha un problema, ma col tasto di accensione, e spesso gli serve una spinta per mettere in moto. Siamo il trio di motociclisti più sfigati che siano sbarcati in Giappone..!

Giorno di viaggio 91

5/9/16


Robottino all'interno del negozio
di telefonia. Intercettava il tuo
sguardo se lo osservavi..
Ci siamo svegliati nel parco alle 6.30 sotto gli occhi dei primi mattinieri frequentatori: gente che faceva jogging e altri che passeggiavano coi cani. 
Alcuni addirittura hanno tentato di dirci che non potevamo campeggiare ed è stata dura spiegargli che ci avevano fatto entrare i custodi, in quello che sulle mappe era segnato come un campeggio e non solo come parco..!
Levate le tende i ragazzi hanno tentato di capire la provenienza del guasto di Vasilis, aprendo la scatoletta del pulsante di accensione alla ricerca di qualche contatto difettoso, ma senza risultati. 

Ci siamo poi mossi verso il centro della cittadina più vicina per cercare un posto che vendesse sim card ma dopo un ora di tentativi di traduzioni e spiegazioni nel negozio di telefonia Softbank, abbiamo appreso che per i turisti ci sono solo delle sim card apposite che vanno prenotate online e ritirate presso aeroporti o stazioni. 


Una delle officine trovate si occupava di custom painting..
incluse delle mini custom!
Sconfitti, siamo andati dunque in cerca di un ricambista moto per il mio relè. Il navigatore ci suggerisce varie officine dove non possono aiutarci. Dopo un bel po' cercare troviamo un concessionario moto che ci indica un officina Kawasaki non lontana e lì i preparati meccanici risolvono in un colpo solo sia il mio problema che quello di Vasilis: era un cavo spelato, che gli sostituiscono. 



I meccanici all'opera sul mio relè
Per me trovano un relè usato che Teo chiede di partecipare a montare e si mette a lavorare con uno dei meccanici. 
In officina tutti lavoravano in modo impeccabile, con  gli strumenti adatti e tutte le cure del caso, Teo da buon meccanico era in visibili, soprattutto dopo l’esperienza in Mongolia. 
Il team Kawasaki
Mi isolano perfino i contatti elettrici del relè con un’apposita gomma a catalisi rapida. 
Si è fatto tardi tra un impegno e l’altro, in più piove, ma ci siamo liberati dalle rogne e possiamo proseguire verso Osaka. 
Salutiamo il simpatico ed efficente team dell'officina Kawasaki e puntiamo il navigatore su un altro campeggio che si rivela all’arrivo chiuso. Di nuovo è buio presto. 
Nel solito convenience store ci attacchiamo alla connessione dove prenotiamo una guest house dove giungiamo alle 22.00, accaldati e desiderosi di lavarci dal sudore della giornata. 
Il clima caldo e umido unito alla calura emessa dalle moto ogni qual volta i semafori di bloccano sono davvero insopportabili, ma infine la doccia lava via anche questo. La ragazza della Santana Guest House, dove siamo gli unici ospiti, ci mette a nostro agio con the caldo e chiacchieriamo con lei qualche tempo.
Santana Guest House 4000 Yen (34 euro) http://www.indiasantana.net/osaka.html