Giorno di viaggio 11327/9/16
La
missione di oggi è visitare il Kodokan, centro di riferimento per il mondo del
Judo, che Teo voleva vedere da tempo.
L’edificio, enorme, ospita vari ambienti:
il museo della storia del Judo, il Dojo (ovvero la palestra dove si pratica la
disciplina), varie salette con i tatami, uffici e perfino un ostello per gli
allievi.
Con sua sorpresa, parlando con un ragazzo italiano anche lui
appassionato, Teo scopre che ci si può iscrivere per allenamenti come ospite, e
decide di prenotarsi per tre ore la sera stessa.
Io nel frattempo faccio due
passi nel quartiere di Shinjuku e salgo all’osservatorio del Tokyo Government
Building , dove si gode di una vista suggestiva del quartiere dei grattacieli
da un altezza di 200 mt, 45 piani da terra.
Riusciamo
anche ad incastrare un'altra birretta con Naoto e alcuni suoi simpatici amici:
Mr. Yamakoshi, Mr. Oouchi, Mr. Nagai, Mozuko and an american girl, Emily, per i
saluti finali, presso la birreria artigianale Beer++.
Giorno di viaggio 11428/9/16
Girettino
per il quartiere di Kagurazaka dove gli edifici sono più bassi e tradizionali
che non in altre zone iper-moderne.
Poi ci spostiamo verso
Shibuya, famosa per lo “scramble crossing”, un attraversamento pedonale a
quadrato con croce, tra due strade, affollatissimo nelle ore di punta da
migliaia di persone che non si sa come camminano in 12 direzioni diverse senza
scontrarsi.
Nello stesso quartiere ci siamo dati appuntamento per cena con
Francesco Ristori, un ragazzo italiano che è venuto in Giappone in moto due
anni fa, con l’intento però di trasferircisi. Infatti lavora e vive a Tokyo da allora.
Assieme a lui siamo andati a provare il Gyuukatsu, una cotoletta di manzo
praticamente cruda dentro, dal taglio particolare “marmorizzato”, e ci lanciamo
in lunghe chiacchiere sulle rispettive esperienze di viaggio.
Ascoltiamo i suoi
racconti nipponici che oltre alle cose belle del paese ci rivelano particolari
nascosti, come la pressione sociale fin da piccoli, la forte competizione sul
lavoro, lo stacanovismo fino agli sfoghi serali in alcool o macchinette da
gioco d’azzardo, fino agli estremi che si buttano sotto ai treni.
O il fatto
che il loro formalismo così radicato non li rende persone sincere e non ti
dicono le cose in faccia. Particolari che avevamo intravisto ma che non avevamo
compreso, apprendendo sfumature che solo da turisti non avremmo osservato.
Effettivamente è un mondo strano questo, ordinato, precisino e modernissimo, ma
che di sera diventa un luna park di lucine, attrazioni e momenti di sfogo per
evasioni da una vita forse troppo quadrata, almeno qui in una grande città come
Tokyo, diversissima dalle campagne che la circondano. Tanto siamo presi dai racconti che ci dimentichiamo di scattarci una foto tutti assieme…!
Giorno di viaggio 11529/9/16
Lasciando
Teo a riposare, mi sono fatta un giretto di mattina presto tra Ueno ed Asakusa
nel quartiere degli articoli da cucina per acquistare alcune tazze e due
maschere che volevo come ricordo dato che le colleziono da tutto il mondo.
All’ora di pranzo l’ho raggiunto e siamo andati a ritrovare Mr. Arakawa, lo
chef della tempura, per un ultimo pranzo nel suo ristorante, fissando nella
memoria quei sapori e quei gesti veloci e precisi.
Da
ultimo andiamo a visitare il Tokyo National Museum a Ueno per ammirare i
manufatti della cultura giapponese nei secoli, tra armature di samurai, katane,
abiti tradizionali, maschere del teatro No, e molto altro.
L’ultima
cena di questo incredibile viaggio la facciamo nel piccolo sushi bar dove
eravamo stati poche sere prima, assaporando i nigiri e osservando la gente
mangiare, impilando tanti piattini vuoti e afferrandone di nuovi dal nastro
trasportatore mentre il cuoco li riempiva a raffica, con la solita velocità e
precisione.
Chiudiamo nei bagagli i nostri vestiti stanchi dei chilometri, domani si torna a casa, che infine non è che un piccolo pezzo del grande mondo a cui apparteniamo.
FINE