lunedì 1 agosto 2016

Diario di bordo - Sesta settimana di viaggio

Giorno di viaggio 36
11/7/16

Questa nottata da record ci fa toccare le 12 ore di sonno! Letti comodi e caldi, non potevamo fare altrimenti. Alle 11:00 siamo tutti e quattro in sella diretti a Karakul Lake, attraversando un passo a ben 4.650 mt di quota dove finalmente nessuno ha problemi con l'altitudine, stiamo valicando uno dei passi più alti del mondo!
Questi paesaggi non ti permettono di abituare l'occhio ad una tipologia di scenario, è incredibile come la tavolozza della natura riesca a rinnovare ogni singolo angolo del percorso senza mai farti ritrovare la stessa composizione di forme e colori. Strati di nuda terra e rocce spoglie sovrapposti dal grande crash comico che diede vita al mondo, terre emerse dal fluido primordiale ed ora erette davanti ai nostri occhi ubriachi di vastità. Avvicinandoci alla sommità del passo troviamo case di persone che abitano quel luogo così remoto, con la sola compagnia di simpatiche pellicciose marmotte e poche altre forme di vita, almeno quella mammifera. Troviamo anche un principio di bufera di neve, da cui ci allontaniamo a gas spiegato ma non prima di aver immortalato le nostre facce sotto il cartello indicante l'onorevole traguardo del passo. Dopo alcuni altri km con la bocca sempre spalancata (ma senza mosche da ingoiare) giungiamo all'incantevole luogo del Karakul Lake. Ci sono solo un certo numero di sfumature di blu che si possono incastrare nello stesso posto e Karakul Lake ha decisamente tentato di superare la capacità dell'occhio umano di riuscire a percepirne tante nello stesso momento. Nemmeno la macchina fotografica poteva riuscire nell'arduo compito perciò dopo qualche scatto ci siamo semplicemente fermati a fare assorbire le sensazioni agli occhi e al cuore. Almeno tre azzurri erano nel cielo, dal blu elettrico più brillante al turchese, poi il profilo delle montagne innevate, le cui ombre erano anch'esse blu, più violaceo, per il riverbero della neve, indi scendendo i primi toni dell'acqua del lago andavano dal verde acqua al turchese, al blu ceruleo all'oltremare e poi c'erano i verdi della rada vegetazione attorno all'acqua ed azzurri più cupi e torbidi dell'acqua stagnante in pozze, intorno alla riva.
Una volta ripresi dall'incanto del paesaggio ci siamo diretti in una guest house del minuscolo ed unico villaggio intorno al lago, per mangiare qualcosa, ma appena tolto il casco siamo stati assaliti da un nugolo di zanzare che ci hanno fatto correre dentro la casa. Poco dopo ci ha raggiunti un motoclista russo in solitaria, Ildar, che andava verso il Pamir in direzione opposta e abbiamo mangiato assieme. Dopo il frugale pasto e salutato Ildar, abbiamo cercato un luogo dove piazzare la tenda poichè intendevamo campeggiare nei pressi del lago, ma con grande frustrazione in ogni spiazzo che sondavamo trovavamo solo tantissime zanzare da cui scappare con rabbia. Brad nel frattempo ha anche rischiato di farsi mangiare vivo avendo forato l'anteriore tra i detriti e spazzatura abbandonati lungo la riva del lago, ma in tempo record con l'aiuto di Bruce hanno eseguito il pit stop più rapido della storia (grazie anche alla loro sfortunata ripetuta esperienza con le forature che li ha resi velocissimi nella riparazione). Noi intanto cercavamo un punto dove poterci fermare a mettere la tenda ma senza successo. Infine l'amara decisione di spostarci da lì andando verso nord in direzione del prossimo passo di montagna dove saremmo dovuti passare l'indomani, ma si percepiva che nessuno era contento della decisione. Ad un certo punto, poco prima di abbandonare la vista del lago, come leggendoci in testa, ci siamo tutti buttati fuori pista per un ultimo tentativo verso la sponda più a nord. Con soddisfazione abbiamo trovato una mezza altura piuttosto ventosa ma al riparo dai mini vampiri assetati del nostro sangue. Con una bellissima vista su lago e sul tramonto imminente, abbiamo montato il campo e cenato tutti assieme; poi abbiamo acceso un fuoco di sterpaglie che sorprendentemente bruciavano lentamente e sprigionando un bel calore e ci siamo scaldati circondati dal nulla sulle note dell'armonica di Matteo, con 9 gradi alle spalle. La notte è stata ventosa e piovosa ma noi siamo stati al caldo nei sacchi a pelo cullandoci nelle belle immagini della giornata.
Notte sotto le stelle in tenda: gratis e comunque senza prezzo..!

Giorno di viaggio 37
12/7/16

Smontato l'accampamento e salutato il lago ci siamo rimessi in sella destinazione confine col Kyrgyzstan, sempre guidando lungo la M41 verso Sary Tash, salendo sul passo Kizil-Art-Pass. Le due frontiere erano divise da 15 km di terra di nessuno, connesse da una strada dissestata e malconcia, ma abbiamo passato entrambi i controlli velocemente forse aiutati dal fatto che fossimo in gruppo o forse perchè eravamo gli unici avventurieri.
Rimango ogni volta stupita di notare come ogni attraversamento di confine corrisponda per davvero ad un ingresso in un altro mondo, completamente diverso dal precedente. Siamo usciti dalla struggente desolazione del Tajikistan per entrare in un cartone animato disneyano dei primi tempi, quando i paesaggi li dipingevano a mano come quadri. L'aridità e la nuda roccia sono stati sostituiti da un verde setoso steso su forme più arrotondate lungo i fianchi delle montagne. Dopo alcuni km nel nuovo paesaggio che neanche Heidi ha mai visto, anche la prospettiva ha mutato aspetto restringendo le fughe man mano che ci addentravamo nella valle del fiume Gulka. L'acqua del fiume in certi punti trascinava talmente tanta argilla da scorrere di color rosso mattone, come un arteria pulsante scoperta nel cuore della valle. Tutti i colori del deserto hanno lasciato posto a freschi toni di natura più viva e rigogliosa, vita che si rifletteva anche nella pasciutezza degli animali che presentavano pance più tornite senza le costole in vista del bestiame visto fino ad ora. Cavalli, asini, bovini e ovini pacificamente brucanti nel verde. Attorno iniziavano a comparire le "yurt", le capanne circolari della gente nomade, ricoperte di teli e pellicce ed all'interno rivestite di tappeti decorati a mano e decorazioni appese coloratissime. Il foro sulla sommità consente il ricambio d'aria in assenza di finestre, soprattutto quando nella yurt è presente la stufa per cucinare.
Verso le 17:30 siamo giunti ad Osh presso la Tes Guest House, suggeritaci da alcuni motociclisti amici di Bruce e Brad coi quali si erano dati appuntamento: Pierce e Steve (nel web come Muddlife Crisis) sui loro KTM 690. Dopo varie birre gelate e delle docce risanatorie ci siamo viziati con una cena di gruppo a base di bistecche ai ferri assieme anche ad altri due avventurieri, Alessandro italo-svizzero in bici e un ragazzo israeliano in viaggio a piedi, di cui ho ahimè scordato il nome.

Giorno di viaggio 38
13/7/16

Giornata dedicata a backup di foto e video, lavanderia implellentemente necessaria e visita all'officina di moto 'MuzToo' di Patrik, conosciuto come "lo svizzero", effettivamente un elvetico trasferito in Kyrgyzstan. L'officina è un luogo celebre tra i viaggiatori perchè è l'unico nel raggio di tante centinaia di km senza alcun negozio di ricambi moto. Dobbiamo fare un check up e acquistare alcuni ricambi, come le camere d'aria anteriori che Teo si è accorto di non avere, una pompa della benzina, i para oli e para polvere da sostituire sulla mia forcella che ha sofferto di varie perdite; insomma, un giorno per recuperare e riordinare tutto quanto.
Numerosi adesivi sulla porta dell'officina testimoniano il passaggio di numerosi viaggiatori su due ruote, la maggior parte dei quali diretti o provenienti dal Pamir.

Giorno di viaggio 39
14/7/16

Decidiamo di fermarci a Osh un altro giorno. Ieri il garage di Patrick non aveva in casa tutti i pezzi e siamo stati al bazar della città per trovarne alcuni. Una distesa di container pieni al 90% di rottami e altri prodotti, per lo più di provenienza cinese e russa e per noi un buco nell'acqua.
Dopodichè siamo stati circa 5 ore in officina per consentire a Teo di fare i lavori più urgenti mentre io ricopiavo il diario sul tablet per poterlo pubblicare. Siamo venuti via piuttosto tardi, ma poco prima di andarcene sono arrivati due danesi con due CRF 250L e ne avevano fatta assai di strada: in viaggio da 2 anni e mezzo attraverso Americhe e Africa, ed ora Asia. Abbimo chiacchierato un po' e scoperto che alloggiavamo anche loro da Tes. Tornati alla guest house Bruce e Brad ci hanno fatto trovare pizza e birra, era la nostra ultima cena assieme, l'indomani le nostre strade si sarebbero separate.

Giorno di viaggio 40
15/7/16

Stamattina ci è toccato un bel daffare avendo sparso ogni cosa nella stanza: vestiti finalmente puliti, cose tecnologiche e abbigliamento da moto lanciato qua e là. Inoltre ci siamo persi nelle ultime chiacchiere con Peter, Leana, Bruce, Brad e Nora, una ragazza della Repubblica Ceca in sella ad una Suzuki V-storm. Lasciamo la Tes Guest House alle 13:30 dopo aver saldato un conto un po' al di sopra delle aspettative (113 dollari per tre notti, lavanderia e alcune bottiglie di bibite).
Ci siamo diretti a nord-ovest sulla Osh-Bishkek senza troppi programmi sul dove fermarci, con l'intenzione di andare ad ovest, ma poi annoiati dall'asfalto abbiamo scelto di cambiare direzione per andare verso il lago Song Kul, suggeritomi da Cristiano, un amico che viene spesso in Kyrgyzstan. Abbiamo campeggiato alla buona in un campo nei pressi di Jalal-Abad, cenando con frutta e riassaporando il ritorno nella natura dopo giorni di ostello.

Giorno di viaggio 41
16/7/16

Oggi meravigliosa giornata di guida tra le montagne tra Jalal-Abad, Kazarman e il lago Song Kul.
I paesaggi sono stati davvero mozzafiato, difficile descriverli tutti, scenari infiniti che sembravano disegnati a matita e poi monti più simili alle nostre alpi con pinete e muschi, ci siamo divertiti sui tornanti e sugli sterrati dritti dove dare più gas. Nel pianoro di Song Kul si è aperto un improvviso mare di colline verdi con centinaia di cavalli, mucche, capre e tende Yurt dei nomadi che vivono in quel luogo d'estate. La loro attività nei mesi caldi è pascolare il bestiame e produrre latte di cavallo fermentato, burro, panna e formaggio che poi rivendono, oltre che fare riprodurre le mandrie per aumentare il possedimento e venderne alcuni capi.
Neanche il tempo di montare la tenda e intravediamo le moto di Bruce e Brad che avevano preso alloggio presso una delle yurt! Decidiamo di accamparci lì nei pressi e ceniamo con loro presso la tenda della famiglia ospitante, dove conosciamo anche una ragazza tedesca trasferitasi per passare la stagione tra i nomadi kirgisi. Una vecchia rugosa e placida ci serve la 'sorpa', zuppa classica di brodo di verdure, patate e carne, beviamo il consueto the nero tra le chiacchiere.

Giorno di viaggio 42
17/7/16

La notte a 3000 metri è stata gelida, c'era la brina sulla tenda. Ad aggiungere scomodità il materassino di Matteo si è sgonfiato per una nuova perdita e ha fatto si che il mio diventasse un rifugio per due nonostante la piazza singola. Alle 7:30 un bel sole ci ha finalmente scaldato e dato l'opportunità di sonnecchiare ancora un po' ma senza più brividi. Abbiamo fatto colazione, sempre nella yurt, con i ragazzi mangiando semolino con la panna fresca e marmellate, buone anche per me che on amo le confetture. Dopo aver lasciato una non tanto simbolica mancia di 1600 sum (22 dollari) siamo ripartiti in direzione Naryn, una cittadina a 120 km, percorrendo un altro bellissimo passo in discesa tra ruscelli, pietroni, verdi colline e monti dall'aspetto morbido per via della superficie vellutata di vegetazione.
Verso le 16:00 siamo arrivati a Naryn e ci siamo goduti una doccia dopo 2 giorni di polvere e sudore senza lavarci. Ceniamo con Bruce e Brad in un ristorantino molto carino mangiando un ottimo Langman, un piatto tipico realizzato in due versione: o brodoso o saltato in padella, costituito da spaghetti, carne e verdure, in prevalenza peperoni. Brindiamo con birrette, domani ci si risepara, ma questa volta per davvero essendo loro diretti in Cina.
Guest House Celestial Montain View (di nome ma non di fatto) 1000 sum (12 dollari)