lunedì 4 luglio 2016

Diario di bordo - Terza settimana di viaggio

Giorno di viaggio 16
20/6/16

Al mattino tiriamo tardi, ieri siamo andati a letto alle 2:00 dopo il tran-tran del pronto soccorso. Ci sveglia il 'toc-toc' del personale, ma non è una sveglia, sono venuti a chiederci il conto ..del vetro della doccia! Dopo qualche imprecazione a porte chiuse troviamo una via diplomatia per dirgli che il risarcimento se lo sognano, è già tanto che non chiediamo noi il risarcimento per i danni fisici. Per fortuna la storia si chiude lì.
Partiamo per fare soli 2 km e infilarci in un bar a mangiare qualcosa visto che siamo a digiuno da un bel po'. Ci accorgiamo che sono già le 14:00 e dopo pranzo vorremmo cercare una farmacia per comprare extra garze e cerotti per le mie medicazioni dei prossimi giorni dato che incontreremo aree desolate e piccoli villaggetti poco attrezzati. Ora che la troviamo e ripartiamo sono le 16:00 ma tanto nessuno ci corre dietro, il sole tramonta alle 22:00 e abbiamo qualche ora per raggiungere una cittadina qualsiasi sul percorso. Studiamo la mappa e decidiamo di percorrere 150 km.
Altro tuffo nell'orizzonte che divide il verde sotto e l'azzurro sopra, una meraviglia guidare in questa pace che a poco a poco si tinge delle luci dorate della sera.
Poco prima del tramonto, con la calma che contraddistingue la guida senza fretta, entriamo in Karabutak dove avvistiamo i pompieri locali e Teo parte alla carica per scambiare quattro chiacchiere tradotte da google, ma pur sempre tra pompiere e pompiere, e visitare la caserma ed i mezzi.
I tre membri in servizio sono così gentili da offrirci la cena e indicarci un motel che raggiungiamo poco dopo. Il posto si rivela senza doccia nè wc, tocca fare la pipì nel buco nel cortile e farsi il lavaggio nel lavandino comune, quasi quasi era meglio fare free camping.
Incontri divertenti di oggi: nel villaggio precedente a Karbutak, abitato solo da allevatori di buoi, ci siamo fermati per un caffè e siamo stati avvicinati da un uomo che non ci ha mai mollato, seguendoci nel baretto, e ha voluto intraprendere un discorso con Matteo in cui ognuno parlava nella sua lingua (kazako e italiano), senza capirsi ma andando avanti per un ora buona! Chissà cosa si sono detti.
NOTE: Stanza a Karabutak 3000 Tingè, circa 8 euro...

Giorno di viaggio 17
21/6/16

Oggi è il primo giorno d'estate e noi siamo nel pieno del caldo del deserto. Abbiamo riempito i serbatoi e ci siamo rimessi in strada verso Turkistan, con l'intenzione di fermarci ad Aral'sk vicino al lago d'Aral. Lungo il percorso incontriamo numerose mandrie di diversi animali: vacche, cavalli, capre, pecore, cavalli, cammelli e dromedari, che pascolano pacifici e liberi nelle praterie più sconfinate che potrebbero avere a disposizione. Nel cielo volteggiano regalmente i falchi che peraltro hanno preso il posto d'onore nella bandiera kazaka: un falco ad ali spiegate sormontato da un grande sole giallo, il tutto in campo azzurro turchese. Un vessillo che identifica perfettamente il paese!
Non incontriamo un benzinaio per ben 390 km portando al limite l'autonomia della moto di Teo che ha dovuto usare le tanichette addizionali. La sua moto sta facendo strani consumi, a volte 16 al litro, a volte 17, a volte 14, contro i 19-20 che solitamente faceva. E' difficile calcolare le distanze fattibili in questa maniera; ma alla fine troviamo il preziso fluido propulsore.
Il caldo oggi si è fatto sentire, col termometro oscillante tra i 30 e i 34 gradi. Giungiamo quindi ad Aral'sk e seguiamo le cyber-indicazioni per uno dei pochi hotel, recensito ahimè tremendamente, ma forse meglio così perchè se non altro le nostre basse aspettative sono solo confermate anzichè rovinate. La stanzetta affibbiataci è vecchia e non troppo pulita, con wc e lavabo privato (almeno quelli) e doccia comunitaria stile prigione in uno stanzone dove però è presente un solo doccino. Piastrelle rotte, luci tremolanti, carta da parati fatiscente e prese elettriche ai confini dell'illegalità. Tutto è trasandato, ma dopo la sudata farei la doccia anche col catino, e almeno qui arriva un flebile getto dall'alto. Questione di priorità...
Dopo la rinfrescata abbiamo fatto due passi in città facendo conoscenza con alcuni ragazzi e bambini che erano incuriositi dalle nostre facce straniere, per molti di loro aliene, viste solo in tv.
La parola tv mi fa pensare ad una nota che non mi sono mai segnata, sul fatto che in tutte le case non mancano mai schermi piatti e spartphone, ma a volte la doccia si... ancora, questione di priorità..?
Mangiamo per strada, prima presso una festicciola di paese dove la gente si è riunita tra lucette e piccole attrazioni per bambini e chioschetti di giochi da fiera e di "street food", poi assaggiamo i samosa di carne e cipolla dalla vetrina di una pasciuta signora. Cotti dalla giornata sprofondiamo nel sonno, anche se solo figurativamente perchè i letti sono fatti di molle dure e vecchie, ma noi per fortuna siamo due ghiri e protetti dal nostro sacco a pelo 'a bozzolo' sconfiggiamo anche questa.
Stanzaccia: 3000 tinge a notte, ne prenotiamo 2 anche se faremmo a meno.
Note: a gestire l'hotel troviamo due signore acide e indisposte, non capiamo se sono madre e figlia o nonna e nipote. Nei lineamenti della più giovane, un preludio delle rughe antipatiche della vecchia megera.

Giorno di viaggio 18
22/6/16

Oggi è di relax, ci serve uno stop perchè anche nei giorni in cui ci siamo fermati ad Uralsk non ci siamo riposati veramente un attimo. Facciamo andare una lavatrice per cui la vecchia (non aggiungo ulteriori aggettivi denigranti) mi conta ogni capo d'abbigliamento da lavare per strapparmi il prezzo da turista, poi scrivo il blog per non lasciarmi compiti lunghi indietro ed eseguiamo backup di foto e video mentre Teo si dedica alla creazione di una traccia GPS per un giretto in fuoristrada intorno al lago d'Aral che non dista molto dalla città. Anzi, il nostro hotel avrebbe anche una vista lago se non che esso è secco per tutta la prima parte, a causa della stagione calda che causa l'evaporazione della parte meno profonda.
Quando terminiamo il da fare scendiamo bardati da intrepidi enduristi ma con tristezza vediamo avvicinarsi un enorma nuvolone. Non vorremmo essere sorpresi nel fango dopo 50 km di sabbie e terra smossa quindi a nostro malgrado rimandiamo il giro all'indomani. Ci concediamo dunque una cenetta e delle birrette in un posto molto carino di recente costruzione rilassandoci ancora un po' in vista del giorno dopo. Inoltre non vediamo l'ora di lasciare quel brutto hotel con le signore antipatiche.

Giorno di viaggio 19
23/6/16

Sveglia 7:30, carichiamo, partiamo alla volta del lago guidati dal GPS, tutto bene fino alle prime sabbie. Iniziamo a pattinare un po', diamo gas ma siamo pesanti, si scivola parecchio. Il caldo è notevole, dopo qualche sdraiata di moto a turno siamo fradici di sudore. Speravamo di trovare un fuoristrada più terroso come quelli visti intorno all'autostrada, ne abbiamo anche percorso qualcuno senza problemi, ma qui a bordo lago di un lago invisibile, secco, è tutto sabbioso. Tocca scegliere saggiamente, sarebbero stati solo 50 km ma se volessimo farli davvero in quelle condizioni dovremmo dedicarci una giornata e scaricare le moto per essere più agili.
Avendo davanti anche i 350 km per andare a Kizlorda, la meta programmata per oggi per rispettare i tempi del famoso visto dell'Uzbekistan, torniamo sull'asfalto nuovamente diretti verso sud-est.
Il termometro di oggi viaggia alto: tra i 36 e i 38 gradi. Per fortuna andando in velocità e con le bocchette della giacca aperte si sta bene. Fermarsi invece è un incubo e cerchiamo di farlo nei punti d'ombra, ma nel paesaggio sempre più desertico inizia a mancare anche quella. Nel percorso troviamo una vegetazione sempre più rada fino alla sua scomparsa che lascia man mano il passo a dunette di sabbia e cespugli secchi dando al paesaggio dei connotati giallo oro.
Nonostante la rinuncia dell'endurata del mattino troviamo parallela al percorso una strada strerrata che costeggia la statale e ci buttiamo dentro per fare un po' di km su terra testando meglio moto e il carico, di cui dobbiamo migliorare un po' la distribuzione.
Ci divertiamo per un po' di km poi sudati ma felici torniamo in carreggiata e acceleriamo verso Kizlorda. Nel tragitto passiamo anche vicino al Cosmodromo di Baikonur dove fu lanciato il primo satellite (Sputnik 1) e il primo uomo nello spazio (Jurij Gagarin).
Presso un benzinaio notiamo un incongruenza nei nostri orologi, eppure li avevamo aggiustati. Invece scopriamo di aver attraversato un altro fuso orario andando a perdere un altra ora: sono le 20:40 non le 19:40! Ci mancano altri 200 km per Kizlorda e dobbiamo ancora trovare un posto dove dormire. Intanto osserviamo incuriositi a pochi metri da noi una grossa costruzione che assomiglia ad una moschea con un palazzo a fianco, mentre dall'altra parte della strada un lungo viale che porta verso un colle con un'altra costruzione piuttosto regale in cima. Con stupore nostro, il benzinaio ci dice che il primo è un hotel con annessa una moschea, il secondo un famoso mausoleo. Sembra una situazione fatta per noi! Con ulteriore stupore la stanza nel nuovissimo hotel, che pareva davvero un castello anche dentro, costa pochissimo: 5000 tinghe (circa 13 euro) ma rispetto ai 3000 della stalla della notte scorsa non c'è paragone. Ci docciamo come i re, poi andiamo in visita del mausoleo nell'ora del tramonto.
Il luogo è mistico e silenzioso, siamo gli unici dato che gli ultimi avventurieri sono usciti mentre entravamo ma non ci sono cancelli a chiudere, solo il museo è chiuso, quindi entriamo nel cortile. Accediamo ad una terrazza suggestiva con al centro una sorta di piccolo anfiteatro discendente. Forme spirituali costruivano lo spazio stagliandosi contro il cielo rosa e blu: piramidi decorative, una struttura somigliante a un lungo fiore che si schiude, una scultura di metallo con la silohuette di un albero intricato, pavimento decorato cn forme geometriche. Gioco con la macchia fotografica nel silenzio, interrotto solo da Teo che, sceso dai gradini dell'anfiteatro, prova l'acustica dello spazio con vari versi poco spirituali. Rido.
Tornati, ceniamo nel cafè dell'hotel in pace. Domani saremo solo di passaggio a Kizlorda dato che abbiamo fatto tappa prima del tempo e possiamo andare diretti a Turkistan, una delle città kazake più antiche che i nostri amici ci hanno consigliato di visitare con una sosta di almeno un giorno. A Kizlorda un automobilista ci aiuta nell'impresa di trovare dell'olio motore da moto, invitandoci a bordo della sua lucida Toyota per un viaggio nel brivido della guida kazako-vip a suon di 1200 watt di subwoofer e ci regala pure un pane freschissimo sfrecciando agile nei vicoli. Dopo un paio di visite a negozi sbagliati veniamo indirizzati nel post giusto dove concludiamo l'affare. Il misterioso automobilista ci riporta poi alle moto, pieni di olio, di pane, di capelli bianchi e un po' più sordi, ma che si può dire davanti a tanta disponibilità e gentilezza?
Altri incontri di oggi: i bambini dal gommista che ci hanno rigonfiato le gomme dopo il tentato off-road, super curiosi che sfoderavano tutto il loro inglese per scambiare due chiacchiere e la maestra di inglese incontrata nello shop dove abbiamo tracannato qualcosa come 3 litri d'acqua in 5 minuti. Gente buona e genuina.

Giorno di viaggio 20
24/6/16

Giorno di viaggio trascorso interamente in moto, percorrendo 500 km in un paesaggio continuamente mutabile dapprima desertico: dune, vegetazione a cespugli secchi, polvere che sfuma in lontananza la linea dell'orizzonte, mentre in prossimità dei primi corsi d'acqua del sud tornava ad esserci del verde. Sotto il sole cocente anche gli animali cercavano un po' d'ombra andando ad occupare le pensiline delle fermate del bus (che collega le città lungo le superstrade) che per l'occasione diventavano vere e proprie stalle, altri invece si incolonnavano in maniera comica sotto l'ombra di un lampione ovviamente troppo stretta per coprire i loro ingombranti corpi.
Viaggiando l'aria riusciva a infilarsi nei vestiti e si stava abbastanza bene ma a fermarsi si cuoceva letteralmente. Infine alle 20:30 abbiamo raggiunto Turkistan, l'antica città che vanta una storia di oltre 150 anni e ci siamo accampati per visitarla l'indomani.
Incontri di oggi: 2 polacchi in moto anche loro in direzione Turkistan, uno su una Tiger e uno su un BMW GS1150, ci hanno dato la polvere dopo 2 km. Non li abbiamo più ribeccati, nemmeno a Turkistan.

Giorno di viaggio 21
25/6/16

Giornata dedicata al riposo e alla cultura, abbiamo visitato il bellissimo mausoleo di Khoja Ahmed Yasawi costruito da Timur, grande conquistatore dell'Asia centrale, nel 1389, più altri monumenti, tra cui un antico bagno pubblico per pellegrini, il tutto sotto un sole che minacciava il nostro scioglimento. Senza darci per vinti abbiamo affrontato i raggi UV con la protezione 50, addentrandoci tra i monumenti antichi ma ben conservati e restaurati riempiendoci gli occhi e la mente della loro solenne maestà. Verso sera ci siamo ritirati a pianificare il tragitto dell'indomani e a riorganizzare i bagagli per spingere l'abbigliamento invernale in fondo alle borse sperando di non averne bisogno per molto tempo, ma anche augurandoci di sopravvivere alla calura crescente. Non sapevamo che sarebbe solo aumentata...!

Giorno di viaggio 22
26/6/16

Questa giornata dal sapore fantozziano con risvolti tragicomici ha visto accadere nell'ordine: un paraolio che perdeva (circostanza grave in un paese che non vende moto - e per chi non conosce il problema significa perdere l'olio dentro una delle due forcelle con conseguente perdita dell'uso dell'intero anteriore della moto) ma che poi la bravura di Matto ha riparato, con un trucco appreso dal buon Ciccio: del "biglietto da visita" per pulire lo strato di sporco che non permette al paraolio di sigillare bene, e per fortuna era solo una questione di pulviscolo; poi multa per eccesso di velocità (notare, 80 km/h anzichè 60) pagati ben 10 euro (5000 tinghe) ma prelevati direttamente dal poliziotto dal portafoglio di Matteo dentro nell'auto della polizia, a porte chiuse, senza verbale nè ricevute. Poi il termometro ha tenuto il mercurio sulla linea dei 40 gradi facendo effetto phon, di seguito a pochi km dall'Uzbekistan ci ha investito un acquazzone apocalittico che ci ha prima rinfrescato, poi tornando tutto rovente abbiamo fatto la sauna nei vestiti.
Giunti in frontiera, quella a nord di Tashkent, l'abbiamo trovata chiusa ai veicoli e ai passanti, nonostante ci fosse una folla enorme in attesa. Data un occhiata alla mappa, interpretando i numerosi indici intervenuti nella spiegazione al nostro quesito su "dove entrare dunque", abbiamo individuato un altra frontiera 120 km più a ovest e nonostante fossero già le 18:00 abbiamo voluto provarci confidando nel fatto che la città dove volevamo fermarci era la capitale e un posto dove stare l'avremmo trovato.
Giungiamo in frontiera alle 20:00 e i controlli sono lunghi e senza senso apparente. Teo si fa scucire una mazzetta da una guardia kazaka, io ho la stessa richiesta ma faccio finta di non capire, sorridendo e salutando in perfetto blondie-style. Usciamo dall'inferno di scartoffie uzbeke ricompilate in tre uffici diversi ma nessuno immetteva i dati su un computer, compilavano bensì enormi registri a mano. Sono loro i veri eredi dei monaci amanuensi del 2016.
Ne usciamo alle 23:00 e ci ritroviamo a dover percorrere 60 km al buio in assenza di lampioni, catarinfrangenti e segnaletica, affidati solo alle mappe del navigatore puntato su Tashkent. In città inizia a piovere e rende difficoltosa la nostra ricerca di un hotel. Cominciamo a chiedere i prezzi nei primi che troviamo ma sono ben sopra il budget (oltre 100 dollari), evidentemente siamo entrati nel qurtiere per nababbi, quando ad un certo punto un gruppetto di passanti ci avvicina per le solite chiacchiere di curiosità. Una di loro, visibilmente incinta e col sorriso dorato (pratica diffusa da queste parti) si interessa alla nostra ricerca dell'hotel e ci comunica di avere molti appartamenti in affitto e ci invita a lasciare le moto per accompagnarci in auto. Spieghiamo la nostra necessità di avere le moto vicine ed, 'hey, no problem', ha una 'villa' per "soli" 50 dollari a notte. E' mezzanotte, pioviggina e siamo stanchi, un posto per iniziare ci serve e abbiamo tutto il giorno domani per cercare un altra sistemazione più economica, volendo fermarci a visitare la città. Ma è solo il preludio di una notte orribile. La 'villa' dalla gentil donna descritta si rivela una casetta in pessimo stato, con un bagno altamente puzzolente a causa di uno scaldabagno a gas del 1800 e un cesso dalla cassetta rotta. E' tardi per litigare, incassiamo il colpo e chiudiamo la porta consapevoli di aver fatto la cavolata che ha mandato in vacanza sia la lady dai denti d'oro che la sua prole in arrivo. Ci laviamo a pezzi e ci tuffiamo sui sacchi a pelo che ci proteggono dagli strati di coperte antiche come lo scaldabagno. Non vediamo l'ora del nuovo giorno per andarcene!

Un'altra settimana è finita ma la prossima sarà più rosea, continuate a seguire le news su facebook e a breve (speriamo) pubblicheremo la quarta settimana!! Intanto noi stiamo per entrare nella nostra quinta settimana di viaggio..!