sabato 20 agosto 2016

Diario di bordo - Ottava settimana di viaggio

Giorno di viaggio 50
25/7/16

Apriamo gli occhi verso le 7.30, facciamo su i consueti bagagli e già il nostro collega ci chiede a che ora si parte, impaziente.
Tanta premura un poco ci dà fastidio, qualcosa non ci va troppo a genio. Sarà semplice egoismo, ma la sensazione è quella di avere un genitore dietro e poi c'è da fare della strada noiosa, che fretta mai ci sarà.

Dalla città, che dico, dal villaggio di Sarkand dove siamo, dobbiamo solo andare verso nord, cercando di fare quanti più km i nostri fondoschiena ci consentiranno.

La strada è più piatta che mai, il caldo sale e gli umori sono fragili, pronti a scattare per stupidaggini. Pranziamo in un remoto casolare dove l'unico piatto disponibile è zuppa di cipolla e carcassa della povera pecora sdraiata sul tavolaccio della cucina.

Alcuni bambini alla locanda hanno posato per questa foto sulla mia moto

Attendiamo quella che sembra un eternità per averla servita, bollente, assieme a the caldo, con 40 gradi nella stanza.
Aggiungiamo sudore al sudore e cento gradi nello stomaco.
Ci sono anche giornate così nei viaggi lunghi. Siamo unanimi nello sperare che finiscano presto questi chilometri di niente.

Come sono cambiate le prospettive, quel nulla che ci aveva affascinato e cullato nei primi km kazaki ora non lo sopportiamo.
Forse abbiamo già la voglia della Mongolia, forse abbiamo assaggiato troppe bellezze più grandi e ne siamo drogati..

Tipica strada dritta e infinita in Kazakhstan

Giungiamo infine a un altra cittadina, Ayagoz, e iniziamo la ricerca dell'hotel al prezzo migliore, difficile come al solito accontentare tutti. Il più economico non ha la doccia e a noi va di lavarci, decidiamo di separarci, noi in un hotel e Piet in un altro.
Una delle poche foto fatte con Piet lungo la strada

Poco dopo altri due motociclisti raggiungono il nostro hotel: sono Stefan, svizzero, e Veronika, della Slovacchia, con rispettivamente un KTM e un XT600. Ci raccontano del loro viaggio che proseguono ogni estate lasciando la moto parcheggiata nel paese dove concludono le ferie, per poi proseguire l'anno dopo.

Quest'anno l'avevano parcheggiata a Osh in Kyrgyzstan da, guarda caso, Patrick di MuzToo (infatti il KTM mi sembrava di averlo già visto da qualche parte, mi era rimasta impressa la fila verticale di adesivi sul parabrezza con le bandierine dei paesi visitati). Quest'anno la loro tappa finale sarà Ulaan Bator in Mongolia, ma sebbene vadano nella nostra direzione hanno i tempi più corti quindi non riusciremo a condividere della strada. Ci riuniamo anche con Piet per una cena a base di shashlik e birre fresche, raccontandoci i rispettivi viaggi.

Ci sono tanti modi di viaggiare, è bellissimo sentire le storie di ognuno, che fanno degli stessi luoghi visitati esperienze diverse o a volte simili ma ognuna col suo punto di vista personale.
Dopo cena ci tocca inventare una scusa con Piet per separarci l'indomani. Sapendo che è mattiniero e che vuole partire presto, gli diciamo di avere bisogno di recuperare sonno e che partiremo intorno alle 11.00. Come pensavamo lui ci dice che voleva partire prima e quindi viene da sè che dovrà farlo da solo.
Un po' mi dispiace non aver detto il motivo reale, ma non abbiamo trovato le parole per dire che non ci piaceva la sua compagnia. Gli auguriamo buon viaggio, e ad ogni modo probabilmente lo rivedremo al motoraduno di Novosibirsk.
Notte all'Hotel Birkhan: 5000 tenghe (ca 13 euro) con doccia in camera.. che lusso! Ovviamente il boiler è una chiavica, ma ormai siamo velocissimi nello sfruttare i 2 minuti di acqua calda.

Giorno di viaggio 51
26/7/16

Ritorniamo a viaggiare in due e per l'occasione dormiamo veramente un po' di più! Facciamo una mega colazione in un baretto carino nella piazza del paese ma alla fine siamo in sella alle 11:00, senza ritegno ormai!
Maciniamo i nostri km con la solita poca voglia, ma abbiamo fissato una meta interessante: il lago di Buchtarma, per campeggiare nella natura.
Tra il fatto che siamo partiti tardi e le pause che facciamo per dare tregua ai nostri glutei appiattiti, si fa un tantino tardi e tra le colline vicino al lago il cielo inizia a scurirsi di nubi di pioggia.
Siamo proprio sfortunati, ogni volta che vogliamo campeggiare minaccia acqua, e spesso la prendiamo in tenda! Gira che ti rigira scoviamo poco dopo un complesso di diversi chalet che d'inverno è meta sciistica e decidiamo di dormire lì.
Conosciamo Olga, una signora a cui non riusciamo ad attribuire un età per via del fisico sportivissimo, asciutto, e una bellezza evidentemente vissuta ma non sciupata. Olga, di origine russa, parla perfettamente italiano e spagnolo perchè ha vissuto in Colombia alcuni anni e ha avuto un compagno italiano, ma ha anche vissuto 30 anni in Giappone.
Ci aiuta con le traduzioni per prendere la camera e ci assegnano una bellissima stanzetta in legno con tutti i servizi, poi ci tiene compagnia per cena raccontandoci della sua vita intorno al mondo e della sua passione per la yoga di cui è istruttrice.
Ceniamo con un piatto locale di carne e grano spezzato in una sala decorata da teste di animali cacciati e poi resi trofei.
Hotel Altayskie Alpy 7000 tenghe (18 euro)

Giorno di viaggio 52
27/7/16

Prepariamo le moto sotto dei gran nuvoloni che non promettono nulla di buono. Che rabbia, avevamo ovviamente pensato di fare un giro intorno al lago e poi muoverci verso Semipalatinsk per avvicinarci a soggiornare vicino al confine ed entrare in Russia l'indomani. Invece al cielo non è bastato sfogarsi durante la notte; ci tocca scappare, inseguiti e purtroppo raggiunti da un violento acquazzone che in meno di due minuti ci bagna fino alle mutande.
Corriamo verso nord ovest finchè il sole fa di nuovo capolino dalle nubi e inizia ad asciugare i nostri vestiti.
Scegliamo una stradina-scorciatoia che ci porta verso un altro attraversamento di confine più a est, da Shemonaikha Mikhaylovka, passando per stradine altamente infangate in mezzo a campi di girasole che mi creano momenti di sclero, essendo il fango uno dei miei nemici dichiarati.



Il paesaggio cosparso di girasoli giallissimi compensa con momenti di ammirazione.
Durante una pausa per il pranzo tiriamo la monetina: "passiamo il confine oggi o domani"? Sono le 15:00 si potrebbe tentare sperando di non trovare  coda o intoppi in frontiera. Decidiamo di tentare, forse è troppa la voglia di abbandonare la piattezza dell'ultimo tratto kazako con le sue strade groviera.
Poco prima del confine ad un benzinaio incontriamo un motociclista kazako cn un BMW F800R di nome Diman, anche lui diretto a Novosibirsk per il motoraduno. Ci pone la fatidica domanda di viaggiare assieme che ci fa ripensare subito alla recente esperienza con Piet. Inizialmente siamo titubanti, ma abbiamo la sensazione a pelle che Diman sia un po' più alla mano e alla fine accettiamo.
La dogana ci ruba soltanto un ora in tutto, tra uscita kazaka ed ingresso russo, siamo increduli!
Il nostro nuovo amico Diman
Una volta fuori ci proponiamo di campeggiare presso un laghetto a 40km dal confine, ma giunti nel villaggio adiacente ad esso, un signore di nome Evgeni ci invita tutto concitato al suo ristorante, che guardacaso è a fianco di un piccolo motel, di cui ci dice possiamo usare il garage per le moto, inoltre ci vuole assolutamente portare a fare un giro della sua città. La situazione ci piace e accettiamo, siamo nel villaggio di Rubtsovsk.
Dopo una cena a base di piatti tipici russi: l'immancabile borsch e uno spezzatino di pollo e patate cotti nel coccio (goruoyek s'kyrien se l'ho trascritto giusto), saliamo in auto con Evgeni per un mini tour by-night con vista sul lago dall'alto nei pressi di un monumento. Non mi accorgo che allo scendere dalla macchina al panorama mi cade di tasca il telefono, scoperta che faccio in hotel, dovendo richiedere al proprietario di riaccompagnarmi nell'unico posto dove avrei potuto perderlo. Lo troviamo proprio lì distrutto dalle ruote del suv che aveva fatto inversione sopra di esso.. ora ci vorranno giorni per trovarne un altro, ma è inutile disperarsi. Ci dormo su.
Motel 1000 rubli (ca 14 euro) senza colazione

Giorno di viaggio 52
28/7/16

Ci svegliamo presto, 7:30, colazione e si parte per il tour della città, che ricorda i ritmi delle visite liceali. Si parte dal museo con la storia della città e del suo territorio, la cui fortuna furono i giacimenti minerari risalenti già al 1700.
Evgeni ci molla davanti all'ingresso affidandoci a una guida che parla inglese che fa effettivamente un egregio lavoro, anche se non riesco a staccare gli occhi dal suo riportino di capelli e la sua faccia da famiglia Addams (peraltro è in camicia e pantaloni neri).

Poi, sempre lui, ci conduce alla visita a piedi ai vecchi ingressi delle miniere di cui avevamo visto la progettazione nel museo.
Terminiamo il tour in due ore, sudati fradici per il sole cocente apertosi sulle nostre teste e belli affamati.

Pranziamo velocemente nel ristorante di Evgeni e ovviamente al momento di salire in moto si palesano i soliti nuvoloni neri.
Di nuovo sgasiamo verso nord, seminandoli.
Matteo, Diman, Manon, Patrick e io


Nel pomeriggio sulla strada incrociamo la moto di Patrick e Manon due francesi in viaggio al ritroso da Ulaan Bator alla Francia e ci fermiamo a bere un caffè tutti assieme raccontandoci le rispettive avventure.
Ci stupisce non poco il loro progetto di arrivare dalla Mongolia alla Francia in un mese soltanto, di fatti si sono appena sparati la strada da Ulaan Bator in soli 5 giorni..!


Giungiamo nel tardo pomeriggio nella città di Barnaul, dove troviamo un economico ma discreto hotel e soprattutto col servizio lavanderia per i nostri vestiti zozzi, in vista dei 3 giorni di camping che ci aspettano a Novosibirk.
Avventori russi dell'Hotel 24 a Barnaul
Ceniamo in un simpatico locale a tema 'pompieri' (manco a farlo apposta per Teo!) e brindiamo ad una trovata amicizia con Diman che si conferma essere un compagno di viaggio piacevole e pure altruista, di gran cuore. Come altri Kazaki che abbiamo conosciuto è molto aperto e curioso sulla nostra cultura, poi avendo la nostra età possiamo confrontarci su temi vicini, moto, viaggi, i sogni, la famiglia, gli amici.
Hotel "24", 950 rubli con colazione.

Giorno di viaggio 53
29/7/16

Oggi la missione chilometrica è semplice: solo 230 km per raggiungere Novosibirsk. Arriviamo pure in tempo per la sfilata di moto per le vie della città che dà ufficialmente inizio al motoraduno.
ll corteo ci porta, tra foto dei passanti, sgasate delle supersportive e strombazzamenti vari, ma tutto estremamente ordinato in file di due moto, verso il centro sportivo olimpionico, sede del raduno.


Sentiamo i suoni del soundcheck sul palco dove si esibiranno le band e troviamo i consueti stand di gadget e accessori motociclistici oltre che i classici chioschi di cibo e birra.

Il parco del centro sportivo offre molto spazio per campeggiare anche se non consentono alle moto di accedere nell'area camping. Ci carichiamo di borse e andiamo a montare la base, poi finalmente andiamo a goderci la serata.
Il pubblico del raduno si presenta con tantissimi tipi di moto, tante le supersportive, poi le moto da enduro stradale, qualche cross e i custom, che credevo fossero la maggioranza e invece sono solo circa un terzo.
L'area concerti è molto grande e la gente non è ancora molta, ma verso sera ne arriva sempre più.

Iniziamo ad innaffiare i discorsi con la birra, che qui spillano in bottiglioni da 1,5 lt con manico così se la devi portare a un tavolo per 5 persone non devi fare l'equilibrista coi bicchieri pieni, e poi te la puoi portare sotto il palco e versartene quando vuoi. Deman ci presenta ad un gruppo di suoi amici kazaki, si fa serata tra cibo e musica, mentre le chiacchiere sono sempre più appannate dall'alcool ma le risate risuonano fragorose.

Giorno di viaggio 54
30/7/16

Non servono troppe parole per giornate come queste di relax e spettacoli. Il raduno russo offre varie attività come una gara di gimkana, giochi di abilità divertenti come la sfida di velocità a moto spenta spingendo da seduti con le gambe, giochi con la donna al seguito che deve acchiappare al volo la salsiccia penzolante in puro stile thrash, gare di motori assordanti, vari concerti di generi diversi dal punk, al rock, all'alternative.





Ci ricarichiamo per la seconda metà del viaggio..non facciamo altro che bere, mangiare, vedere concerti e rispondere alle mille solite domande quando la gente scopre che siamo stranieri: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo e ...perchè!

In tarda serata nella folla ribecchiamo anche Piet che ci racconta di aver viaggiato un paio di giorni con Stefan e Veronika, gli altri due motociclisti che avevamo incontrato qualche giorno prima. Ci sentiamo meno in colpa per averlo lasciato solo!

Giorno di viaggio 55
31/7/16

Ieri sera non abbiamo neanche fatto troppo tardi, l'ultima band non ci piaceva troppo e la gente con cui stavamo iniziava a mollare il colpo, così ce ne siamo andati in tenda verso le 2:00, ma di notte sono state molte le grida e le musiche a palla, oltre che le chiacchiere ad alta voce dei vicini di campeggio.
Nonostante tutto ci siamo alzati alle 9:00 appena in tempo per salutare il nostro amico Deman che già si preparava per ripartire per il Kazakhstan.
Onestamente pensavamo che il raduno avrebbe proseguito le attività anche la domenica ma intorno a noi in molti stavano levando le tende, forse perchè le distanze in Russia per tornare alle proprie case, per chi veniva da fuori Novosibirsk, erano grandi.

Anche noi abbiamo tirato su le nostre cose e siamo andati, sotto suggerimento di un ragazzo conosciuto al festival, verso il centro della città per cercare il motoclub Wild River dove hanno camere a basso costo per i viaggiatori in moto. Domani, lunedì, ci recheremo all'officina DD Bikes, di ragazzi sempre conosciuti al raduno, che ci procurerà le gomme da portarci in Mongolia e potremo riparare un paio di cosette sulle moto.

Troviamo il club e ci piazziamo comodi nella camerata da quattro che però rimane tutta per noi.
Poi andiamo a fare un giro a piedi nel centro per cercare tra le altre cose un telefono nuovo per sostituire il mio defunto e fatalità lo trovo uguale, stesso modello e prezzo.

Per le strade di un parco troviamo una band che suona all'aperto, sono ragazzi giovani e hanno attirato un bel gruppetto di passanti. Così, nel parco, di domenica pomeriggio, attaccati a un piccolo generatore e via. Che bello!

Giorno di viaggio 56
1/8/16



Uno dei ragazzi dell'officina DD Bikes
Giornata di lavori in officina: saldatura di rinforzo ai miei telaietti porta borse provati dalle cadute in Tagikistan.
Teo li aveva fatti sottili per far si che se avessi fatto qualche caduta forte a soffrirne non fosse il telaio della moto e piuttosto si sarebbero piegati quelli piccoli, infatti si sono crepati in due punti dove la sezione quadrata era stata piegata per fare il foro del passaggio della vite a telaio. Inoltre Teo aveva bisogno di un nuovo paracoppa perchè il suo di plastica era andato distrutto in Kyrgyzstan, poi ancora, spurgo freni, rabbocchi vari, pulizia del mio filtro dell'aria.
Inoltre i ragazzi dell'officina ci fanno trovare le gomme: delle Metzler Sahara Enduro 3, che monteremo appena entrati in Mongolia, andando a finire di consumare le Heidenau che abbiamo su sull'asfalto dei prossimi giorni prima del confine.
Intanto che i boys lavorano io mi occupo della copiatura del diario nel blog e scarico un po' di foto. Non sembra, ma ricopiare una settimana di diario mi porta via 3 ore tra battitura, correzioni e aggiunte al testo che a volte sintetizzo per non scrivere centinaia di pagine a inchiostro.

Verso sera ci mettiamo in contatto con Igor, il gestore di un altro motoclub "libero" dove i nostri amici Fede e Marco (Gorilla's Way) erano passati l'anno prima per una nottata di feste in stile russo (cioè ad alto contenuto di vodka).



Facciamo per l'appunto l'errore di andare a trovarli in moto: Igor è di poche parole "inglesi" ma si fa capire, prima porgendoci una tazza di the caldo poi indicandoci una stanzetta con dei letti: da lui si beve, ma dopo la vodka non si guida, quindi o ci accontentiamo del the o quella stanza sarà il nostro destino.
Con Igor, il gestore del Club
Tutti i suoi numerosi amici radunati da Igor per la serata "con gli italiani" annuiscono ridendo. Annuiamo anche noi, in cenno di assenso, e in men che non si dica le tazze di the vengono sostituite da due boccali di birra.

Scatta il party: si ascolta musica, si chiacchiera, si balla, c'è pure il karaoke che da queste parti amano molto a quanto pare, si mangia, ma in proporzione troppo ridotta rispetto ai volumi alcolici.
Teo beato tra le donne
Io riesco a rimanere sul giro di birra ma Teo viene coinvolto, per non dire costretto, alla tradizione russa dei ciupiti di vodka da bere alla goccia. Ci sono ragazze che ne buttano giù decine senza dar segno di cedimento.
Quando i discorsi iniziano ad essere ripetitivi e dal tono biascicante, il ritmo si affievolisce. La serata si spegne alle 5.30 di mattina, col sole già alto. Ci buttiamo sul divano letto messoci a disposizione e crolliamo a dormire.