martedì 26 aprile 2016

Capitolo 1 - Tutto ha un inizio (lingua italiana)

Tutto ha un inizio 

"Il viaggio inizia quando il sogno finisce, perché inizi a tramutarlo in realtà e di conseguenza inizi a modificarlo, trasformarlo, anche rivedendo le tue idee iniziali, per adattarlo alle reali modalità e possibilità di farlo. Questo non significa solo studiare il percorso e bagaglio ma anche verificare la propria preparazione e capacità. "

Ci siamo. Tocca rompere il bianco dello sfondo con le prime righe - seppur digitali e non del mio amato inchiostro - per iniziare a raccontare di un avventura che sta per accadere a me, Valentina, e al mio compagno di vita e di viaggio, Matteo.


Credo sarebbe doveroso presentarci un minimo, dire chi siamo e cosa facciamo, ma questo blog vuole parlare di un viaggio e probabilmente grazie ad esso non saremo più le stesse persone di prima. In questo preciso momento siamo due ragazzi di 33 e 27 anni e abbiamo deciso di trasformare un sogno in un progetto concreto: un viaggio dall'Italia al Giappone in moto.

Viaggio in centro Italia, 2014. Quando io guidavo ancora il Transalp 600 e lui un BMW 1150.

Due moto per precisare - e già un piccolo dettaglio di chi siamo viene fuori sa sé - perché entrambi amiamo guidare le nostre due ruote e questo viaggio lo vogliamo affrontare così: assieme, ma allo stesso tempo da soli con la propria moto, per potere afferrare quelle sensazioni uniche che solo questo modo di viaggiare sa dare. Abbiamo deciso di chiamarci "The Grease Monkey and The Compass Rose" perchè 'grease monkey' in gergo inglese è il meccanico (un po' come noi chiamiamo strizzacervelli lo psicologo), che è il mestiere e la passione di Matteo, e 'compass rose' è la rosa dei venti, un simbolo a cui io sono molto legata tanto da averlo voluto immortalare con un tatuaggio sul piede destro (il primo che appoggio per compiere un passo). Quindi siamo un meccanico e una bussola in viaggio, l'intento è non perdere la rotta ma anche non perdere pezzi per strada e questa combinazione l'abbiamo trovata vincente per dare un nome al nostro duo. 

L'avventura è già iniziata pur non avendo compiuto un solo km in direzione Japan, poiché questa impresa necessita di una lunga e complessa preparazione ed organizzazione che ci fece sembrare la data di partenza già troppo vicina nonostante avessimo iniziato i preparativi con un discreto anticipo.

Dunque, prima che passasse troppa acqua sotto i ponti ho deciso di iniziare a scrivere qualche appunto per non perdere queste prime emozioni dei preparativi che rischiano di scivolare dalla memoria nelle giornate frenetiche che stiamo vivendo, tra lavori meccanici, peripezie burocratiche, corse per equipaggiarsi al meglio ed anche allenamento fisico.

Matteo due anni fa
Io qualche mese fa


Come si prepara un viaggio di questo tipo? 
Ve lo racconteremo passo passo, ma prima bisognerebbe chiedersi: come viene in mente una cosa del genere?


Innanzitutto come ogni avventura epica che si rispetti ci vuole un introduzione (sempre epica) che faccia appassionare alla storia, d'altronde prima che l'eroe si alleni e si equipaggi deve innanzitutto avere una missione da compiere, e non è che tutti i giorni uno si immagina di andare in Giappone in moto così su due piedi (anzi su due ruote).

A dire il vero è difficile per me ripercorrere ordinatamente un filo conduttore tra i pensieri per trovare una sola traccia, credo che questo progetto sia il culmine di un vero e proprio stratificarsi di idee e sogni che inizialmente non avevano una forma precisa ma contenevano, per così dire, entità generiche come 'moto', 'viaggio', 'avventura', 'lontano', 'esotico', uniti ad echi di racconti letti su libri e sbirciati sul web di viaggiatori avventuratisi in ogni direzione, ma le cui più affascinanti rispondevano al richiamo di 'Asia', 'via della seta' e nella mia immaginazione prendevano vita immagini di cavalli al galoppo per le praterie della Mongolia, laghi nel deserto, solenni templi asiatici dalle forme incantevoli, occhi a mandorla e gesti lenti e spirituali, strade dritte e strade sinuose, monte Fuji all'orizzonte... Si sa che lasciando andare la fantasia essa si perde creando milioni di scenari e così passavo ore a fantasticare. Parlo al singolare perché l'idea del Viaggio con la V maiuscola nacque un po' prima di conoscere Matteo, ma grazie a lui poté prendere la forma reale che ha adesso.

Camminata in Val Sesia 2016
Matteo fu quello che mi mise davanti alla realtà dei fatti, ovvero, all'epoca in cui i miei sogni diventavano così ingombranti da continuare ad uscire dalle mie labbra, io già guidavo la moto da qualche anno, ma non avevo idea di cosa fosse guidare su sterrato, né sapevo che la mirabolante rotta che fantasticavo di percorrere era caratterizzata da molti tratti senza asfalto o spesso in condizioni di pari scomodità per via di buche, calamità naturali e cattiva manutenzione, per non parlare delle altre difficoltà di sopportazione di tante ore in moto guidando sotto varie condizioni climatiche, stress etc.

Insomma, quando iniziammo a valutare una lontana possibilità di fare questo viaggio assieme lui fu categorico: disse no, con me non l'avrebbe fatto. Momento di shock. Ma come? Spiegò. Non era perché fossi "io", ovvero, la nostra vita insieme era già cominciata a tutta birra e non era una questione di "tipo di compagnia", ma mi spiegò che non voleva mettere me - e di riflesso sé - in pericolo in una situazione in cui non ero pronta io in primis, sia per forma fisica che capacità di guida, cose che di conseguenza sarebbero andate ad influire su di lui che avrebbe vissuto con apprensione costante il viaggio. Odiavo le sue parole. Perché aveva ragione. Mi sentivo frustrata ma anche egoista, eppure volevo con tutte le forze fare questa cosa, lo sentivo fortemente.

Tunisia 2014
Tuttavia, dato che non mi è mai piaciuto trovarmi davanti alla rinuncia senza prima aver vagliato tutte le mie possibilità e senza essermi messa in gioco completamente, decisi di impegnarmi per provare a diventare in grado di sostenere l'impresa che mi rendevo pian piano conto questo viaggio sarebbe stata.

Quello credo che sia stato il vero inizio del viaggio, ed era l'estate del 2014.

Il primo insegnamento di questa avventura è stato la pazienza - e a dirlo è una persona altamente impaziente - ma mi resi conto che le cose sarebbero arrivate solo grazie a un impegno costante che necessitava di tempo e mi fidai di questa circostanza. Oggi, a quasi due anni da allora ma a un mese dalla partenza ufficiale, posso dire che fu una delle decisioni migliori che presi.

Nella prossima tappa dei preparativi: l'allenamento.
Ciao!