Giorno di viaggio 99
13/9/16
Sveglia presto oggi, per andare a
visitare il meraviglioso giardino Kanazawa
Castle Park, e il Kenrouen Garden,
uno più bello dell’altro, in perfetto stile giapponese con alberi potati a
regola d’arte, bonsai, laghetti, ponticelli, fontane, paesaggi romantici e
ordinati, una delizia per gli occhi e la mente, che si perdeva rapita dalla
bellezza ed armonia di questa natura perfetta.
Tutto era curato nei minimi dettagli e abbiamo potuto osservare le impalcature per reggere e modellare i rami degli alberi che per anni vengono accuditi per raggiungere le forme previste dal curatore.
Alle 12.00 ci siamo rimessi in sella
senza però percorrere grandi distanze, con grande frustrazione, per evitare la
costosa autostrada, passando per viette minori con tanti, troppi, semafori e
mantenendo una tristissima media di 25/30 km/h.., in più la pioggia, sebbene
non scrosciante, tirava l’umore verso il basso.
Nel primo pomeriggio affamati
ci siamo fermati presso un ristoro gestito da un signore simpatico che non
parlava una parola di inglese e ci siamo fatti suggerire cosa mangiare.
Ci ha
portato così un menu mai provato prima, un vassoio di tante piccole porzioni di
insalatine, riso, ed un piatto con una specie di polpettone al sugo.
Di nuovo in marcia per alcuni km, poi,
troppo presto, è sceso il buio costringendoci ad un campeggio di fortuna tra le
colline del paesino costiero Nou, dove abbiamo trovato uno spiazzo erboso in
mezzo agli orti.
Giorno di viaggio 100
14/9/16
La sveglia è suonata alle 5.30, ma
pioveva forte e abbiamo rilanciato finendo per alzarci alle 7.30.
Le strade
sono finalmente diventate più scorrevoli e ci siamo aiutati con un pezzo di
autostrada (600 yen ovvero 5 euro a testa per 40 km).
A pranzo abbiamo mangiato
del sushi in un sushi bar sulla strada, il tipico posto con il vassoio scorrevole ma le
ordinazioni dovevi effettuarle tramite monitor sopra ogni postazione, che ridere! Appena il piatto giungeva in prossimità del tuo posto partiva un annuncio audio e una musichetta trionfale, inutile dire che ci abbiamo giocato a lungo!
Giunti nei pressi di un paesino
impronunciabile, a 225 km da dove eravamo ieri, ci siamo accampati in riva al
mare dopo aver assistito ad un meraviglioso tramonto.
Domani di nuovo sveglia
presto confidando nel meteo, per raggiungere il porto dove parte il traghetto
per l’Hokkaido!
Giorno di viaggio 101
15/9/16
Sveglia con l’alba, colazione in tenda
con pane e un avanzo di marmellata di fragole comprata ad Osaka, in sella alle
7.00 e via di chilometri, attraversando paesini, costeggiando il mare
occidentale del Giappone fino alla meta Aomori dove avremmo preso il traghetti.
Per sveltire il trasferimento, stanchi di affrontare gli innumerevoli semafori
che ti fanno tenere una media inferiore ai 40 km/h, abbiamo preso ancora
l’autostrada, pagando 20 euro a testa per un centinaio di km, continuando a
passare caselli da 500/600 yen (4/5 euro) l’uno. Il Giappone si è rivelato un
paese molto difficile da attraversare in moto (ma anche auto) se si hanno pochi
giorni a disposizione o pochi soldi.
Le autostrade sono indispensabili per le
lunghe distanze ma costano davvero tanto oltre che ti impediscono di attraversare
le aree rurali dove sarebbe più bello passare.
Ad ogni odo dopo tanto correre
alle 16.00 siamo arrivati ad Aomori e ci siamo informati al posto per il
traghetto per l’Hokkaido aspettandoci di prenotare per l’indomani. Invece la
cassiera ci stacca due biglietti per quello delle 17.05 di ...oggi, insomma,
arriviamo prima del previsto! Imbarco alle 16.40, che avviene in maniera
ordinata, veloce e puntualissima. Macchine, moto e pedoni attendono in corsia e
riempiono la nave in pochi minuti. Alle 16.45 siamo già nello spazio comune
della seconda classe: uno stanzone con moquette a terra dove sdraiarsi,
usufruendo di cuscini e coperte in dotazione.
Il traghetto parte senza che ci
accorgiamo del movimento e solo andando sul ponte ci rendiamo davvero conto che
la costa si sta allontanando mentre il sole già si è tuffato in mare. Il
traghetto da Aomori ad Hakodate tarda 3 ore e 45 min e in Giappone si spacca il
secondo, sicchè alle 21.00 siamo già a terra con le moto alla ricerca di un
posto per la notte. Troviamo una guest house al completo ma il proprietario ci
vuole aiutare a trovare un posto. Dopo alcune telefonare ci prenota al Lime
Light, una spartana guest house per motociclisti e le moto parcheggiate di
fronte ci confermano l’andirivieni di travellers.
Ci laviamo dopo i due giorni
di campeggi consecutivi e possiamo rilassarci dopo il lungo viaggio. Mi
dispiaccio per aver scattato poche foto nei giorni scorsi, ma le intemperie non
mi consentivano di tirare fuori la macchina fotografica e tanto non si vedeva
altro che grigio e pioggia. Nel nord dell’isola principale del Giappone oltre
ai vari paesini pittoreschi, ci sono sempre più risaie e boschi, ogni altura è
ricoperta interamente dal verde e non si vede mail la nuda roccia. Il tempo di
oggi almeno è stato clemente regalandoci sprazzi di cielo azzurro e caldo
sopportabile.
Lime Light, 3000 yen totali (25 euro)
Giorno di viaggio 102
16/9/16
Dopo una colazione al convenience store 7 Eleven di fronte alla guest house,
abbiamo scelto dove dirigerci facendo i conti col calendario che inizia ad
avere una parola fine proprio in fondo al mese di Settembre, dato che abbiamo
acquistato il biglietto del volo del rientro in Italia per il giorno 30.. tra
solo quattordici giorni!
Abbiamo deciso di visitare la Jigoku Dani-Hell Valley, un luogo di effluvi sulfurei per la
presenza di gas sottoterra e una zona vulcanica particolarmente attiva, che
percorriamo a piedi e poi in moto osservando terreni colorati dai gas e laghi
vulcanici.
La vista sul lago Toya è bellissima e rilassante e il camping è già
affollato di villeggianti che si godono la pace dello sciacquio dell’acqua
sulla riva.
Camping Lake Toya, 1000 yen a testa (18
totali)
Giorno di viaggio 103
17/9/16
Ci siamo svegliati presto ma c’era chi si
era alzato molto prima: quelli in coda in auto per entrare in campeggio…alle 6
del mattino!
Abbiamo fatto i bagagli mentre le piazzole attorno si riempivano
di tende, caravan, ma soprattutto la gente iniziava a metter su grigliate già
alle 7.00! Abbiamo preso la strada verso Sapporo costeggiando il lago e
attraversando foreste dove l’ombra ci rinfrescava.
Intorno a Sapporo di nuovo
rallentamenti a causa dei semafori, perciò dato che non concludevamo un gran ché,
iniziava a piovigginare, e le prospettive per dormire erano costosette (dato il
weekend affollato di giapponesi in ferie), abbiamo proseguito per Otaru, altra
cittadina sul mare più a nord-ovest fermandoci per un ramen lungo la strada.
Giunti ad Otaru infine, dopo alcuni tentativi di trovare un posto
economico trovando guest house e ostelli pieni, una delle proprietarie di un
ostello ci ha fatto il favore di chiamare un conoscente ed eccoci a soggiornare
alla Otaru Guest House Harvest, dove si sono poco dopo aggiunti altri 4-5
bikers giapponesi.
A sera abbiamo fatto una passeggiata e cercato un posto dove
mangiare sushi visto che Otaru è zona di pescatori, ma trovavamo solo
ristoranti di lusso, perciò ci siamo accontentati di un gelato e degli
stuzzichini in un ristorante consigliatoci dal gestore della guest house.
La
cittadina, graziosa con i suoi vicoli illuminati ma piena di hotel ci ha
lasciato l’impressione di essere troppo turistica e poco rustica per come ce la
immaginavamo, ma alla fine sono gusti.
Alla Guest House Harvest, abbiamo dormito
in un grande stanzone stile giapponese tradizionale dormendo coi futon
(materassi sottili) sul tatami (tradizionale pavimentazione giapponese composta
da pannelli rettangolari affiancati fatti con paglia di riso intrecciata e
pressata).
Notte 3000 yen a testa senza colazione
(50 euro ca in due).
Giorno di viaggio 104
18/9/16
Dopo aver consultato il calendario e
visto quanto poco ci rimane in Giappone e considerato che bisogna per forza
andare al monte Fuji, vicino o lontano ma abbastanza da vederlo, ci è partito
il colpo di testa di fare una tirata verso Hakodate per prendere il traghetto
del ritorno già stasera o domattina.
Però non volendo farci mancare il
divertimento abbiamo preso la strada costiera ovest che il proprietario della
guest house ci ha raccomandato come spettacolare. E non mentiva! La strada per
oltre 300 km costeggiava il mare da vicino con spettacoli di faraglioni, rocce
a mare e villaggetti di pescatori prevalentemente costruiti in legno, baracche
semplici ma colorate vivacemente in blu, amaranto ed arancio.
Le ore sono volate, abbiamo pranzato con un meraviglioso chirashi di uova di salmone (io) e zuppa ramen di pesce (Teo) e poi di nuovo in moto in strada fino ad un bellissimo tramonto sul mare.
Infine abbiamo preso l’autostrada per velocizzare
i tempi di arrivo e comunque col buio non si vedeva più un gran che.
Ad
Hakodate siamo riusciti a salire in mezzora sul traghetto delle 20.00 assieme
ad un gruppetto di motociclisti giapponesi anche loro di ritorno dall’Hokkaido.
Alcuni di loro ci hanno consigliato un posto per la notte economico ad Aomori,
il porto di arrivo, e ci hanno anche accompagnato.
Con noi è venuto anche Yoshikiro
detto Yoko, un, vorrei dire ragazzo, ma ha 42 anni, anche se sembra più giovane,
giapponese, conosciuto in nave che ci ha gentilmente anticipato i soldi dato
che il dormitorio non prendeva carte e gli ATM non funzionavano la sera.
L’edificio del dormitorio era
assolutamente anonimo e non avremmo mai capito che era un luogo per dormire. Le
scarpe andavano tassativamente lasciate negli armadietti all’ingresso e al
piano inferiore c’erano due grandi spogliatoi per maschi e femmine con
centinaia di armadietti dove riporre i propri effetti personali.
Sul piano del
dormitorio c’erano due grandi stanze con sedie reclinabili che erano tutte
occupate, noi abbiamo preso posto in una delle tre enormi stanze coi futon, che
ospitavano circa 40 posti letto ciascuno.
Era tutto molto pulito con le
lenzuola nuove e in reception se volevi ti davano anche il pigiamino haha!
Ultimo dettaglio, alle persone coi tatuaggi era proibito entrare, così sia io
che Yoko abbiamo tenuto i nostri coperti.
Dormitorio “di massa”, 3850 yen in due
(32 euro)
Giorno di viaggio 105
19/9/16
Dopo aver finalmente prelevato e
restituito il prestito, siamo partiti verso sud seguendo per un po’ Yoko che andava alla Onsen Yachi, un bagno
termale che riceveva acqua da una fonte sulfurea naturale tra i monti. Noi non
volevamo fermarci, ma dato che lui era di Hakone, vicino al monte Fuji, e
viaggiava in auto (più veloce di noi), ci siamo dati appuntamento per andare a
trovarlo a casa sua tra qualche giorno.
A pranzo ci siamo fermati in un ristoro sulla strada dove abbiamo conosciuto un gruppo di ragazze che lo gestivano con cui abbiamo chiacchierato a lungo e ci hanno fatto assaggiare la soba (spaghetti di grano saraceno) sia fredda che calda, tipiche del luogo perché il grano era coltivato e raccolto proprio in quella zona.
Abbiamo quindi proseguito sulla strada
102, strada delle Nove Cascate,
bellissimo percorso tra boschi e cascate naturali sul fiume Oirase che sfocia
in un grande lago: Towada.
Dopo queste bellezze abbiamo ripreso
l’autostrada facendoci scucire 4000 yen a testa per nemmeno 200 km di tragitto,
ma per arrivare da qualche parte entro la fine dell’anno era l’unico modo,
davvero ci vorrebbero quattro mesi per girare il Giappone solo sulle statali.
Non così lontano dall’Italia in termini di viabilità, solo che qui ci sono
molti più semafori.
A sera ci siamo fermati a Sendai presso
una Guest House impronunciabile in stile tradizionale giapponese molto carina.
Per risparmiare abbiamo cenato facendo spesa al convenience store Lawson con onighiri (involtini di riso e
alga con un ripieno di tonno o altro) e un piatto di udon (spaghetti di riso)
da scaldare al microonde.
Guest House, Sendai, 3.300 yen a testa
(57 euro in due)
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