"L'imprevisto è la sola speranza" (Eugenio Montale)
Ore 22:00, sono stravolta dalla stanchezza ma rispetto ai giorni scorsi in cui ho lavorato fino a notte "è ancora presto" e così mi siedo al computer per scrivere queste righe. Sono in ritardo con le pubblicazioni sul blog secondo il mio calendario mentale. Qualche settimana fa, sei alla partenza, pensai che sarebbe stato perfetto iniziare il blog con sei post, uno per settimana, e mi ero programmata la scaletta mentale. Prima pubblicazione: introduzione, seconda: la preparazione sportiva, che avrei diviso in due per dedicare una puntata alla moto ed una all'allenamento fisico (terza pubblicazione), quarta sarebbe stata la preparazione dei documenti del viaggio, quinta l'equipaggiamento e infine giustamente i nostri cavalli da battaglia, o meglio, da viaggio, le moto (così pubblicandole per ultime avrei dato tempo a Matteo di finire l'impresa epica in cui si è ficcato decidendo di decostruire per ricostruire letteralmente il suo Transalp.
Invece ho dovuto far fronte ad un altra lezioncina che questo viaggio mi sta lanciando come sassi nella laguna (coi conseguenti effetti ondosi), ovvero l'abbandonare i miei programmi mentali.
Diceva Montale (il poeta per chi non lo conoscesse) in una meravigliosa poesia ("Prima del Viaggio") che non smette mai di parermi attualissima "l'imprevisto è la sola speranza".
La poesia inizia elencando una serie di preparativi macchinosi per questo viaggio di cui non specifica la destinazione, ma poi conclude con la frase spiazzante sopracitata che lascia i maniaci dell'organizzazione sgomenti. Come si può dare spazio al caos dell'imprevisto?
Beh si può. Anzi, sto scoprendo che il viaggio sta prendendo la sua forma anche sgusciando dai miei labirintici piani e mostrandomi sfaccettature nuove che mi stanno incuriosendo. Ho deciso di farmi portare dove mi vuole condurre.
Ovviamente quando abbiamo iniziato ad organizzare il viaggio abbiamo sperato di poter fare le cose per bene, con un occasione del genere che non sappiamo se e quante volte si potrà ripetere bisognava mettersi a pianificare tutto a puntino per non tralasciare nulla. Bene, a parte le cose estremamente vincolanti come richiedere i visti turistici, carnet de passage e patente internazionale tutto il resto lo stiamo facendo in ordine sparso, apparentemente senza logica, perdendoci e ritrovandoci ancora a bordo ma con le vertigini del turbinio di avvenimenti. Impossibile programmare, ma alla fine ci piace così!
E così i miei bei post pianificati stanno già uscendo dalle rotaie ma è così che deve succedere e bisogna adattarsi, quindi questo capitolo che voleva essere il quarto è il terzo e vi racconto in maniera super riassuntiva quali sono le cose che proprio non bisogna farsi scappare in mezzo agli imprevisti.
I visti
Nonostante sia bella l'idea di girovagare senza un percorso preciso, la politica mondiale ai giorni nostri vuole che per attraversare il suolo di alcune specifiche nazioni bisogna chiedere un permesso, chiamasi Visto (Visa in international language).
I visti sono di vario tipo a seconda dello scopo del viaggio, ad esempio "di lavoro" (business) ma per noi viaggiatori c'è il visto "turistico" (tourist) che, per alcuni paesi si ottiene semplicemente in frontiera con un timbro sul passaporto, mentre per altri bisogna fare domanda anteriore ai consolati di quelle determinate nazioni, situati nel nostro Paese. Alcune volte con pazienza e sufficiente tempo ci si può occupare della richiesta visti da soli, prendendo appuntamento o mettendosi semplicemente in coda nei suddetti consolati. Se invece siamo sfortunati i consolati di alcune nazioni si trovano in città europee fuori dall'Italia, ed in questo caso è utile affidarsi ad una agenzia che sbrighi per noi le pratiche perchè il passaporto va inviato all'estero per ottenere il timbro.
Dopo esserci informati sui paesi del viaggio che richiedevano il visto anticipato abbiamo deciso di affidarci ad un'agenzia di Roma (Euroest Travel) che si è occupata in precedenza delle avventure di un altro viaggiatore italiano: Marcello Anglana, che è stato così gentile da darci dei consigli utilissimi.
Dopo aver compilato centomila fogli e fatto ottocentocinquanta fototessere abbiamo mandato le nostre volontà assieme ai passaporti a Claudio della Euroest a cui è venuto il mal di testa ma ci è stato dietro con pazienza e dedizione.
Pensavamo fosse fatta ed invece dovevamo studiare ancora gli incastri spazio-temporali delle durate dei visti! Si, perché mica tutti i visti durano uguale...!
C'è chi ti da due settimane, chi un mese, chi massimo un ingresso, chi multipli, chi chiede un invito ufficiale (da chi? non conosco nessuno li!), chi ti chiede esattamente dove dormirai (e che ne so io? viaggio in moto! e a caso!).
Fatto sta che è molto importante avere in mano la sequenza esatta dei paesi da visitare e una bozza di linea temporale (quanto vuoi stare in ogni paese grossomodo), poi i visti vanno richiesti in modo da fare sovrapporre le date del paese che lasci e del paese in cui entri così se capita qualche imprevisto si è flessibili con l'uscita/entrata (esempio: non far finire un visto il 20 ed iniziare il successivo il 21, ma far finire uno il 25 e iniziare l'altro il 20, per avere dal 20 al 25 sovrapposto).
Per maggiori dettagli sui visti ed avere tutti i moduli necessari scrivete pure alla Euroest e loro vi guideranno fuori dal 'momento di spavento burocratico'. Non nominateci perché forse avranno ancora gli incubi del nostro arduo lavoro, forse è più sicuro nominare il buon Marcello Anglana!
Tempi di consegna: variabili sul lungo-andante, sicuramente di più di quello che vi dicono su internet. Noi eravamo in ritardo muovendoci con oltre due mesi di anticipo per cinque visti. Non fate come noi.
Sito: http://www.euroestvisa.com/contatti
Il Carnet De Passage
Questo nome così esotico mi ha emozionato coi suoi toni francesi, per un attimo mi sono vista con il binocolo a scrutare dune di sabbia col fazzoletto al collo sventolante nel vento.
Invece il fantomatico Carnet de Passage en Douane è, in soldoni, il passaporto della moto e registra l'importazione temporanea del motoveicolo nel paese attraversato. E' un documento enorme (formato A4 provvisto di 10 o 25 fogli) che contiene oltre alle informazioni private della vostra due ruote (numero di telaio, numero di motore, colore, targa, etc) dei cedolini che vanno compilati, timbrati e staccati in entrata e in uscita alle dogane dei paesi che lo richiedono per attestare che la vostra moto è entrata ma anche uscita e che non l'avete scambiata con 50 cammelli.
La nota dolente del Carnet è che per ottenerlo bisogna far valutare
la moto all'ACI (Automobile Club Italia) e con quella valutazione si deve ottenere una fideiussione bancaria o assicurativa che corrisponda al triplo di quel valore. Insomma se si è "poveri" meglio viaggiare con moto d'annata che se la cavano con una leggera svalutazione ma che all'ora del pagamento della fideiussione non fanno pentire di aver scelto il vintage.
La fideiussione è obbligatoria in quanto crea un intermediario tra noi privati e l'ACI per eventuali rivalse di tassazione ed altri motivi che ho compreso ma non saprei spiegare bene come i preparatissimi operatori ACI che al telefono vi spiegheranno tutto. A Milano la sede che svolge le pratiche per i Carnet è quella di Corso Venezia 43.
Dopo queste trafile cartacee bisogna recarsi in ACI a consegnare nuovi malloppi autografati ed attendere dalle due alle tre settimane per la convocazione al ritiro del prezioso dattiloscritto. Evviva la carta, peccato che siamo in moto.
Ad ogni modo tutte le info le trovate su questo sito http://www.aci.it/il-club/soci-in-viaggio/per-chi-va-allestero/carnet-de-passages-en-douane.html
La patente internazionale
Sotto consiglio di amici viaggiatori (i Gorilla's Way e Horizons Unlimited) abbiamo affrontato anche il tema della patente internazionale, che non è altro che la traduzione in varie lingue della patente nostrana, con l'ovvio intento di rendere comprensibile a tutti nel mondo che tipo di veicoli possiamo condurre ma retrocedendo nella forma ad un obsoleto libretto, questa volta per fortuna in formato A5 ma anch'esso di carta semplice (come il Carnet) e pertanto esposto al rischio di rovina per pioggia.
Abbiamo capito che per questo viaggio dovremo munirci di numerose buste per documenti
impermeabili.
Non contenti del "pratico" libretto, abbiamo anche scoperto che ci sono due tipi di patenti internazionali, perchè alcuni paesi si sono conformati alla convenzione di Ginevra ed altri a quella di Vienna.
Ovviamente noi abbiamo da attraversare entrambe le opzioni, ciò comporta il doppio pagamento dei già molti bollettini postali più marche da bollo e fototessere. A testa.
Per fortuna avevamo fatto ottocentocinquanta fototessere.
Forse ora del viaggio ce ne avanzano due o tre.
Tempi di rilascio: due settimane circa dalla consegna dei documenti e bollettini già pagati in motorizzazione.
Sito per Milano: http://www.dgtnordovest.it/joomla/index.php?option=com_content&id=60:docum
Le vaccinazioni
Il tema vaccinazioni sarebbe di altro ordine ma tocca metterlo nella preparazione burocratica per un attinenza con la complessità di svolgimento. Internet è un utile strumento ma preparando questo viaggio mi sono resa conto che in Italia è molto più sicuro andare di persona per uffici e mettersi in coda per ricevere le informazioni. Dopo aver visitato il ben fatto sito di Viaggiare Sicuri e anche quello del Ministero della Salute mi sono presentata preparatissima all'Asl di via Statuto a Milano, l'unica sede della città che si occupa di profilassi internazionale. L'acidina signora dietro alla scrivania, che mi ha ricevuto dopo un ora di coda (perchè non avevo prenotato), mi ha comunicato con leggera severità che non potevo sapere tutto io e che quello era il suo lavoro, indi mi ha ripetuto davanti agli occhi la (lunga) ricerca per ogni singolo paese per verificare che vaccini dovessimo fare. Dopo due ore (figurate) di lavoro in cui mi accasciavo sempre più sulla scrivania, mi spedisce finalmente nella stanza a fianco per un altra mezz'ora (non figurata) di coda per poi essere attaccata sul fianco destro e sinistro da punture di anti tetano/difterite ed anti Epatite A. Poi vengo rispedita a casa con un blister di pastigliette anti tifo con cui fare colazione per i prossimi 3 giorni ma alterni.
Informazioni lente ma vaccini speedy. Ricordarsi che i vaccini sono efficaci dopo 15 giorni dalla somministrazione quindi bisogna muoversi per tempo. Noi saremo regolari dopo 3-4 giorni di viaggio, maledetti ritardatari!
Siti: http://www.viaggiaresicuri.it/ e http://www.fitfortravel.nhs.uk/destinations.aspx
L'assicurazione sanitaria
L'assicurazione Sanitaria protegge le nostre tasche dagli imprevisti di natura medica che ci riguardano e/o che riguardano qualche familiare stretto e a seconda del contratto stipulato prevedono varie opzioni di supporto come il semplice pagamento delle spese mediche da sostenere fino a trasporto agli ospedali, rimpatrio a casa etc.
Noi stiamo ancora facendo preventivi quindi non abbiamo ancora una scelta definitiva però è certo che ne avremo una che ci coprirà per tutto il viaggio. E' indispensabile primo perchè alcuni paesi non hanno il servizio sanitario pubblico, secondo perchè anche chi ce l'ha non è detto che somministri tutte le cure se uno straniero non è assicurato, terzo perchè sognare è bello ma se succede un brutto imprevisto è meglio stare tranquilli del fatto che al peggio qualcuno ci riporta a casa.
Info coming soon.
Conclusioni
Sono le 23:30 e sono felice di essere riuscita a scrivere questo piccolo aggiornamento sperando che sia anche utile per qualcun altro. Ora si che posso ritornare a sognare un viaggio che avrà quella forma solo in sogno.
Attendo impaziente la realtà.
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