sabato 20 agosto 2016

Diario di bordo - Ottava settimana di viaggio

Giorno di viaggio 50
25/7/16

Apriamo gli occhi verso le 7.30, facciamo su i consueti bagagli e già il nostro collega ci chiede a che ora si parte, impaziente.
Tanta premura un poco ci dà fastidio, qualcosa non ci va troppo a genio. Sarà semplice egoismo, ma la sensazione è quella di avere un genitore dietro e poi c'è da fare della strada noiosa, che fretta mai ci sarà.

Dalla città, che dico, dal villaggio di Sarkand dove siamo, dobbiamo solo andare verso nord, cercando di fare quanti più km i nostri fondoschiena ci consentiranno.

La strada è più piatta che mai, il caldo sale e gli umori sono fragili, pronti a scattare per stupidaggini. Pranziamo in un remoto casolare dove l'unico piatto disponibile è zuppa di cipolla e carcassa della povera pecora sdraiata sul tavolaccio della cucina.

Alcuni bambini alla locanda hanno posato per questa foto sulla mia moto

Attendiamo quella che sembra un eternità per averla servita, bollente, assieme a the caldo, con 40 gradi nella stanza.
Aggiungiamo sudore al sudore e cento gradi nello stomaco.
Ci sono anche giornate così nei viaggi lunghi. Siamo unanimi nello sperare che finiscano presto questi chilometri di niente.

Come sono cambiate le prospettive, quel nulla che ci aveva affascinato e cullato nei primi km kazaki ora non lo sopportiamo.
Forse abbiamo già la voglia della Mongolia, forse abbiamo assaggiato troppe bellezze più grandi e ne siamo drogati..

Tipica strada dritta e infinita in Kazakhstan

Giungiamo infine a un altra cittadina, Ayagoz, e iniziamo la ricerca dell'hotel al prezzo migliore, difficile come al solito accontentare tutti. Il più economico non ha la doccia e a noi va di lavarci, decidiamo di separarci, noi in un hotel e Piet in un altro.
Una delle poche foto fatte con Piet lungo la strada

Poco dopo altri due motociclisti raggiungono il nostro hotel: sono Stefan, svizzero, e Veronika, della Slovacchia, con rispettivamente un KTM e un XT600. Ci raccontano del loro viaggio che proseguono ogni estate lasciando la moto parcheggiata nel paese dove concludono le ferie, per poi proseguire l'anno dopo.

Quest'anno l'avevano parcheggiata a Osh in Kyrgyzstan da, guarda caso, Patrick di MuzToo (infatti il KTM mi sembrava di averlo già visto da qualche parte, mi era rimasta impressa la fila verticale di adesivi sul parabrezza con le bandierine dei paesi visitati). Quest'anno la loro tappa finale sarà Ulaan Bator in Mongolia, ma sebbene vadano nella nostra direzione hanno i tempi più corti quindi non riusciremo a condividere della strada. Ci riuniamo anche con Piet per una cena a base di shashlik e birre fresche, raccontandoci i rispettivi viaggi.

Ci sono tanti modi di viaggiare, è bellissimo sentire le storie di ognuno, che fanno degli stessi luoghi visitati esperienze diverse o a volte simili ma ognuna col suo punto di vista personale.
Dopo cena ci tocca inventare una scusa con Piet per separarci l'indomani. Sapendo che è mattiniero e che vuole partire presto, gli diciamo di avere bisogno di recuperare sonno e che partiremo intorno alle 11.00. Come pensavamo lui ci dice che voleva partire prima e quindi viene da sè che dovrà farlo da solo.
Un po' mi dispiace non aver detto il motivo reale, ma non abbiamo trovato le parole per dire che non ci piaceva la sua compagnia. Gli auguriamo buon viaggio, e ad ogni modo probabilmente lo rivedremo al motoraduno di Novosibirsk.
Notte all'Hotel Birkhan: 5000 tenghe (ca 13 euro) con doccia in camera.. che lusso! Ovviamente il boiler è una chiavica, ma ormai siamo velocissimi nello sfruttare i 2 minuti di acqua calda.

Giorno di viaggio 51
26/7/16

Ritorniamo a viaggiare in due e per l'occasione dormiamo veramente un po' di più! Facciamo una mega colazione in un baretto carino nella piazza del paese ma alla fine siamo in sella alle 11:00, senza ritegno ormai!
Maciniamo i nostri km con la solita poca voglia, ma abbiamo fissato una meta interessante: il lago di Buchtarma, per campeggiare nella natura.
Tra il fatto che siamo partiti tardi e le pause che facciamo per dare tregua ai nostri glutei appiattiti, si fa un tantino tardi e tra le colline vicino al lago il cielo inizia a scurirsi di nubi di pioggia.
Siamo proprio sfortunati, ogni volta che vogliamo campeggiare minaccia acqua, e spesso la prendiamo in tenda! Gira che ti rigira scoviamo poco dopo un complesso di diversi chalet che d'inverno è meta sciistica e decidiamo di dormire lì.
Conosciamo Olga, una signora a cui non riusciamo ad attribuire un età per via del fisico sportivissimo, asciutto, e una bellezza evidentemente vissuta ma non sciupata. Olga, di origine russa, parla perfettamente italiano e spagnolo perchè ha vissuto in Colombia alcuni anni e ha avuto un compagno italiano, ma ha anche vissuto 30 anni in Giappone.
Ci aiuta con le traduzioni per prendere la camera e ci assegnano una bellissima stanzetta in legno con tutti i servizi, poi ci tiene compagnia per cena raccontandoci della sua vita intorno al mondo e della sua passione per la yoga di cui è istruttrice.
Ceniamo con un piatto locale di carne e grano spezzato in una sala decorata da teste di animali cacciati e poi resi trofei.
Hotel Altayskie Alpy 7000 tenghe (18 euro)

Giorno di viaggio 52
27/7/16

Prepariamo le moto sotto dei gran nuvoloni che non promettono nulla di buono. Che rabbia, avevamo ovviamente pensato di fare un giro intorno al lago e poi muoverci verso Semipalatinsk per avvicinarci a soggiornare vicino al confine ed entrare in Russia l'indomani. Invece al cielo non è bastato sfogarsi durante la notte; ci tocca scappare, inseguiti e purtroppo raggiunti da un violento acquazzone che in meno di due minuti ci bagna fino alle mutande.
Corriamo verso nord ovest finchè il sole fa di nuovo capolino dalle nubi e inizia ad asciugare i nostri vestiti.
Scegliamo una stradina-scorciatoia che ci porta verso un altro attraversamento di confine più a est, da Shemonaikha Mikhaylovka, passando per stradine altamente infangate in mezzo a campi di girasole che mi creano momenti di sclero, essendo il fango uno dei miei nemici dichiarati.



Il paesaggio cosparso di girasoli giallissimi compensa con momenti di ammirazione.
Durante una pausa per il pranzo tiriamo la monetina: "passiamo il confine oggi o domani"? Sono le 15:00 si potrebbe tentare sperando di non trovare  coda o intoppi in frontiera. Decidiamo di tentare, forse è troppa la voglia di abbandonare la piattezza dell'ultimo tratto kazako con le sue strade groviera.
Poco prima del confine ad un benzinaio incontriamo un motociclista kazako cn un BMW F800R di nome Diman, anche lui diretto a Novosibirsk per il motoraduno. Ci pone la fatidica domanda di viaggiare assieme che ci fa ripensare subito alla recente esperienza con Piet. Inizialmente siamo titubanti, ma abbiamo la sensazione a pelle che Diman sia un po' più alla mano e alla fine accettiamo.
La dogana ci ruba soltanto un ora in tutto, tra uscita kazaka ed ingresso russo, siamo increduli!
Il nostro nuovo amico Diman
Una volta fuori ci proponiamo di campeggiare presso un laghetto a 40km dal confine, ma giunti nel villaggio adiacente ad esso, un signore di nome Evgeni ci invita tutto concitato al suo ristorante, che guardacaso è a fianco di un piccolo motel, di cui ci dice possiamo usare il garage per le moto, inoltre ci vuole assolutamente portare a fare un giro della sua città. La situazione ci piace e accettiamo, siamo nel villaggio di Rubtsovsk.
Dopo una cena a base di piatti tipici russi: l'immancabile borsch e uno spezzatino di pollo e patate cotti nel coccio (goruoyek s'kyrien se l'ho trascritto giusto), saliamo in auto con Evgeni per un mini tour by-night con vista sul lago dall'alto nei pressi di un monumento. Non mi accorgo che allo scendere dalla macchina al panorama mi cade di tasca il telefono, scoperta che faccio in hotel, dovendo richiedere al proprietario di riaccompagnarmi nell'unico posto dove avrei potuto perderlo. Lo troviamo proprio lì distrutto dalle ruote del suv che aveva fatto inversione sopra di esso.. ora ci vorranno giorni per trovarne un altro, ma è inutile disperarsi. Ci dormo su.
Motel 1000 rubli (ca 14 euro) senza colazione

Giorno di viaggio 52
28/7/16

Ci svegliamo presto, 7:30, colazione e si parte per il tour della città, che ricorda i ritmi delle visite liceali. Si parte dal museo con la storia della città e del suo territorio, la cui fortuna furono i giacimenti minerari risalenti già al 1700.
Evgeni ci molla davanti all'ingresso affidandoci a una guida che parla inglese che fa effettivamente un egregio lavoro, anche se non riesco a staccare gli occhi dal suo riportino di capelli e la sua faccia da famiglia Addams (peraltro è in camicia e pantaloni neri).

Poi, sempre lui, ci conduce alla visita a piedi ai vecchi ingressi delle miniere di cui avevamo visto la progettazione nel museo.
Terminiamo il tour in due ore, sudati fradici per il sole cocente apertosi sulle nostre teste e belli affamati.

Pranziamo velocemente nel ristorante di Evgeni e ovviamente al momento di salire in moto si palesano i soliti nuvoloni neri.
Di nuovo sgasiamo verso nord, seminandoli.
Matteo, Diman, Manon, Patrick e io


Nel pomeriggio sulla strada incrociamo la moto di Patrick e Manon due francesi in viaggio al ritroso da Ulaan Bator alla Francia e ci fermiamo a bere un caffè tutti assieme raccontandoci le rispettive avventure.
Ci stupisce non poco il loro progetto di arrivare dalla Mongolia alla Francia in un mese soltanto, di fatti si sono appena sparati la strada da Ulaan Bator in soli 5 giorni..!


Giungiamo nel tardo pomeriggio nella città di Barnaul, dove troviamo un economico ma discreto hotel e soprattutto col servizio lavanderia per i nostri vestiti zozzi, in vista dei 3 giorni di camping che ci aspettano a Novosibirk.
Avventori russi dell'Hotel 24 a Barnaul
Ceniamo in un simpatico locale a tema 'pompieri' (manco a farlo apposta per Teo!) e brindiamo ad una trovata amicizia con Diman che si conferma essere un compagno di viaggio piacevole e pure altruista, di gran cuore. Come altri Kazaki che abbiamo conosciuto è molto aperto e curioso sulla nostra cultura, poi avendo la nostra età possiamo confrontarci su temi vicini, moto, viaggi, i sogni, la famiglia, gli amici.
Hotel "24", 950 rubli con colazione.

Giorno di viaggio 53
29/7/16

Oggi la missione chilometrica è semplice: solo 230 km per raggiungere Novosibirsk. Arriviamo pure in tempo per la sfilata di moto per le vie della città che dà ufficialmente inizio al motoraduno.
ll corteo ci porta, tra foto dei passanti, sgasate delle supersportive e strombazzamenti vari, ma tutto estremamente ordinato in file di due moto, verso il centro sportivo olimpionico, sede del raduno.


Sentiamo i suoni del soundcheck sul palco dove si esibiranno le band e troviamo i consueti stand di gadget e accessori motociclistici oltre che i classici chioschi di cibo e birra.

Il parco del centro sportivo offre molto spazio per campeggiare anche se non consentono alle moto di accedere nell'area camping. Ci carichiamo di borse e andiamo a montare la base, poi finalmente andiamo a goderci la serata.
Il pubblico del raduno si presenta con tantissimi tipi di moto, tante le supersportive, poi le moto da enduro stradale, qualche cross e i custom, che credevo fossero la maggioranza e invece sono solo circa un terzo.
L'area concerti è molto grande e la gente non è ancora molta, ma verso sera ne arriva sempre più.

Iniziamo ad innaffiare i discorsi con la birra, che qui spillano in bottiglioni da 1,5 lt con manico così se la devi portare a un tavolo per 5 persone non devi fare l'equilibrista coi bicchieri pieni, e poi te la puoi portare sotto il palco e versartene quando vuoi. Deman ci presenta ad un gruppo di suoi amici kazaki, si fa serata tra cibo e musica, mentre le chiacchiere sono sempre più appannate dall'alcool ma le risate risuonano fragorose.

Giorno di viaggio 54
30/7/16

Non servono troppe parole per giornate come queste di relax e spettacoli. Il raduno russo offre varie attività come una gara di gimkana, giochi di abilità divertenti come la sfida di velocità a moto spenta spingendo da seduti con le gambe, giochi con la donna al seguito che deve acchiappare al volo la salsiccia penzolante in puro stile thrash, gare di motori assordanti, vari concerti di generi diversi dal punk, al rock, all'alternative.





Ci ricarichiamo per la seconda metà del viaggio..non facciamo altro che bere, mangiare, vedere concerti e rispondere alle mille solite domande quando la gente scopre che siamo stranieri: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo e ...perchè!

In tarda serata nella folla ribecchiamo anche Piet che ci racconta di aver viaggiato un paio di giorni con Stefan e Veronika, gli altri due motociclisti che avevamo incontrato qualche giorno prima. Ci sentiamo meno in colpa per averlo lasciato solo!

Giorno di viaggio 55
31/7/16

Ieri sera non abbiamo neanche fatto troppo tardi, l'ultima band non ci piaceva troppo e la gente con cui stavamo iniziava a mollare il colpo, così ce ne siamo andati in tenda verso le 2:00, ma di notte sono state molte le grida e le musiche a palla, oltre che le chiacchiere ad alta voce dei vicini di campeggio.
Nonostante tutto ci siamo alzati alle 9:00 appena in tempo per salutare il nostro amico Deman che già si preparava per ripartire per il Kazakhstan.
Onestamente pensavamo che il raduno avrebbe proseguito le attività anche la domenica ma intorno a noi in molti stavano levando le tende, forse perchè le distanze in Russia per tornare alle proprie case, per chi veniva da fuori Novosibirsk, erano grandi.

Anche noi abbiamo tirato su le nostre cose e siamo andati, sotto suggerimento di un ragazzo conosciuto al festival, verso il centro della città per cercare il motoclub Wild River dove hanno camere a basso costo per i viaggiatori in moto. Domani, lunedì, ci recheremo all'officina DD Bikes, di ragazzi sempre conosciuti al raduno, che ci procurerà le gomme da portarci in Mongolia e potremo riparare un paio di cosette sulle moto.

Troviamo il club e ci piazziamo comodi nella camerata da quattro che però rimane tutta per noi.
Poi andiamo a fare un giro a piedi nel centro per cercare tra le altre cose un telefono nuovo per sostituire il mio defunto e fatalità lo trovo uguale, stesso modello e prezzo.

Per le strade di un parco troviamo una band che suona all'aperto, sono ragazzi giovani e hanno attirato un bel gruppetto di passanti. Così, nel parco, di domenica pomeriggio, attaccati a un piccolo generatore e via. Che bello!

Giorno di viaggio 56
1/8/16



Uno dei ragazzi dell'officina DD Bikes
Giornata di lavori in officina: saldatura di rinforzo ai miei telaietti porta borse provati dalle cadute in Tagikistan.
Teo li aveva fatti sottili per far si che se avessi fatto qualche caduta forte a soffrirne non fosse il telaio della moto e piuttosto si sarebbero piegati quelli piccoli, infatti si sono crepati in due punti dove la sezione quadrata era stata piegata per fare il foro del passaggio della vite a telaio. Inoltre Teo aveva bisogno di un nuovo paracoppa perchè il suo di plastica era andato distrutto in Kyrgyzstan, poi ancora, spurgo freni, rabbocchi vari, pulizia del mio filtro dell'aria.
Inoltre i ragazzi dell'officina ci fanno trovare le gomme: delle Metzler Sahara Enduro 3, che monteremo appena entrati in Mongolia, andando a finire di consumare le Heidenau che abbiamo su sull'asfalto dei prossimi giorni prima del confine.
Intanto che i boys lavorano io mi occupo della copiatura del diario nel blog e scarico un po' di foto. Non sembra, ma ricopiare una settimana di diario mi porta via 3 ore tra battitura, correzioni e aggiunte al testo che a volte sintetizzo per non scrivere centinaia di pagine a inchiostro.

Verso sera ci mettiamo in contatto con Igor, il gestore di un altro motoclub "libero" dove i nostri amici Fede e Marco (Gorilla's Way) erano passati l'anno prima per una nottata di feste in stile russo (cioè ad alto contenuto di vodka).



Facciamo per l'appunto l'errore di andare a trovarli in moto: Igor è di poche parole "inglesi" ma si fa capire, prima porgendoci una tazza di the caldo poi indicandoci una stanzetta con dei letti: da lui si beve, ma dopo la vodka non si guida, quindi o ci accontentiamo del the o quella stanza sarà il nostro destino.
Con Igor, il gestore del Club
Tutti i suoi numerosi amici radunati da Igor per la serata "con gli italiani" annuiscono ridendo. Annuiamo anche noi, in cenno di assenso, e in men che non si dica le tazze di the vengono sostituite da due boccali di birra.

Scatta il party: si ascolta musica, si chiacchiera, si balla, c'è pure il karaoke che da queste parti amano molto a quanto pare, si mangia, ma in proporzione troppo ridotta rispetto ai volumi alcolici.
Teo beato tra le donne
Io riesco a rimanere sul giro di birra ma Teo viene coinvolto, per non dire costretto, alla tradizione russa dei ciupiti di vodka da bere alla goccia. Ci sono ragazze che ne buttano giù decine senza dar segno di cedimento.
Quando i discorsi iniziano ad essere ripetitivi e dal tono biascicante, il ritmo si affievolisce. La serata si spegne alle 5.30 di mattina, col sole già alto. Ci buttiamo sul divano letto messoci a disposizione e crolliamo a dormire.

lunedì 15 agosto 2016

Diario di bordo - Settima settimana di viaggio


Giorno di viaggio 43
18/7/16

Dopo una comoda notte nella guest house siamo partiti alla volta di Tosor questa volta davvero separando le nostre strade da quelle di Bruce e Brad, diretti verso la Cina e poi successivamente in Thailandia.
Abbiamo scelto di seguire delle stradine segnate come poco più di mulattiere per mantenerci lontani dall'asfalto e attraversando nuove valli tra montagne incantevoli punteggiate di yurte e bestiame al pascolo.
Il percorso si è fatto sempre più difficile a causa della pioggia che ci ha colto e che ha ben presto iniziato a creare ruscelli e ingrossare i fiumiciattoli rendendo il sentiero scivoloso. Abbiamo trovato anche alcuni tratti franati sul ciglio di dirupi che hanno messo alla prova le nostre capacità di guida enduristica. Per fortuna ce la siamo cavata cercando di non guardare troppo a lungo nei precipizi troppo vicini alle piccole tracce di strada rimaste. Ci chiedevamo intanto come facessero a passare le auto degli abitanti locali che seppur raramente, ogni tanto incrociavamo lungo la via. Ad un certo punto ci siamo trovati bloccati da una strada crollata nel torrente. Il guado era largo 4-5 mt, l'acqua non era altissima, probabimente era un torrente ingrossato per via della pioggia, ma la corrente era piuttosto forte. Ci siamo fermati a meditare sul da farsi, quasi decidendo di campeggiare e attendere di vedere se l'indomani si sarebbe riabbassato il livello (e noi saremmo stati più riposati per affrontare l'ostacolo), quand'ecco che è sopraggiunto un pickup e abbiamo contrattato col conducente e il suo collega propenso al business un passaggio moto sull'altra sponda per 500 sum.
Dopo l'avventuroso traghettamento con moto sdraiate una alla volta nel cassone del pickup, abbiamo proseguito tra sassi e fango per incontrare poco dopo un altro guado complicato, dove erano incolonnate 4 jeep di turisti che a stento riuscivano a proseguire slittando.
Le abbiamo superate con una discreta dose di adrenalina pattinando nel fango, ma non era finita lì..! Meno di un km dopo abbiamo incontrato un altro guado ma questa volta alto almeno 80 cm e su pietroni grossi! Un po' incoscienti ci siamo buttati uno alla volta all'arrembaggio, non senza un'altra bella scarica di adrenalina, prima Teo, che tutto felice è arrivato vittorioso sull'altra riva e poi io, che sapevo mi sarei bloccata all'arrivo e avevo avvisato Teo di stare pronto eventualmente ad acchiapparmi appena arrivata. E così è stato! L'acqua arrivava fino alla sella della moto, abbiamo alzato schizzi ovunque da occludere la visiera, ma abbiamo superato la prova! Io sono arrivata oltre l'acqua e mi sono bloccata su una pietra ma Teo era pronto a reggere il mio equilibrio precario.
Una decina di km dopo abbiamo trovato un accampamento di francesi in gita a piedi con guide kirgize e camion di viveri ed equipaggiamento al seguito. Il team di supporto gli preparava campo e parti ogni giorno così loro passavano la giornata a camminare sui monti, bella vita!
Il loro autista, un coriaceo ucraino di nome Viktor, ci ha messo in guardia sulle cattive condizioni dei 35 km che ci mancavano a Tosor, tra cui un passo di montagna particolarmente impervio, e valutandola nostra stanchezza e gli abiti zuppi di pioggia e acqua dei guadi, abbiamo deciso di unirci all'accampamento con la nostra tenda e fare il passo il giorno dopo.
La crew del tour è stata gentilissima ad ospitarci per cena, poichè noi non avevamo dietro cibo ed eravamo inoltre digiuni dalla mattina non avendo incontrato nessun posto dove mangiare, nè noi ci siamo fermati a chiedere presso le yurts, avendo un po' di premura per via del maltempo. Il cuoco ha fatto un ottimo borsch e la serata è scorsa via tra le chiacchiere con la simpatica combricola dei ragazzi guide accompagnatrici dei francesi, che invece mangiavano in un altra tenda.
Dopo 3 o 4 tazze di the ci siamo poi rifugiati nella nostra tenda ormai surgelata con umidità al 80% e circa 0 gradi fuori!

Giorno di viaggio 44
19/7/16

La notte è stata freddissima e mi sono svegliata spesso cercando di rianimare qualche arto che a turno si addormentava, coi crampi della tensione dei brividi, ma infine la luce è sopraggiunta facendo salire di qualche grado la temperatura. Nuovamente ospiti del campo base per colazione, ci siamo scaldati con caffè e semolino caldo zuccherato, poi abbiamo smontato la tenda e ci siamo rimessi in moto verso le 9.30, con davanti 35 km di difficile percorrenza in alcuni tratti, ma spettacolari.
In particolare il passo di Tosor ci ha dato del filo da torcere per l'ascesa e soprattutto la discesa sui massi smossi e irregolari, dove le moto saltavano di quà e di là e noi ci auguravamo di mettere le ruote nel posto giusto per non diventare noi stessi una frana di sassi e metallo! Abbiamo scollinato su una suggestiva cima dove il ghiacciaio ancora regnava bianco e abbagliante su pareti verticali e irte. In seguito abbiamo visto da vicino un grosso branco di yak, bisonti dal pelo lungo e morbido con testoni bovini simpatici, poi via via a fondo valle i soliti cavalli, mucche e pecore, e sparse quà e là le yurts dei nomadi.
Siamo giunti a Tosor verso mezzogiorno e mezza e abbiamo trovato una guest house dove ci siamo sparati due ore e mezza di sonno dopo il giro impegnativo del mattino, ma soprattutto dopo la notte quasi insonne.
Nel pomeriggio abbiamo fatto due passi sullo splendido lungolago dell'Issikul Lake, azzurro come il mare e molto limpido, con un suggestivo orizzonte circondato dalle montagne lontane diversi km ma ben visibili. Qui abbiamo fatto conoscenza con Erkin, la sua amica Rakhat e una coppia di russi in vacanza che ci hanno invitato per un aperitivo in spiaggia a base di cognac, vodka, formaggio, patatine e wurstel alla brace, e dove hanno voluto onorare la nostra italianità sfoggiando un repertorio musicale da Adriano Celentano ad Andrea Bocelli sparati a tutto volume dallo stereo dell'auto, con vero orgoglio. Simpatico e cordiale, Erkin ci ha fatto un discorso su quanto fosse felice di condividere la sua cultura con noi augurandoci di farci stare bene nel suo paese e ringraziando che le nostre strade si fossero incrociate. Siamo piuttosto certi che non fosse tutto effetto della vodka, di fatti ci siamo salutati con in programma di visitare un paio di bei luoghi naturalistici l'indomani, invito al quale non avremmo potuto sottrarci, ma di fatto una bellissima occasione.

Giorno di viaggio 45
20/7/16

Come da propositi ci siamo preparati e siamo andati alle cascate sul Barskaun River a una quindicina di km da Tosor. Abbiamo anche fatto una piccola passeggiata a cavallo per salire verso la cascata e poi dopo varie foto di rito turistico abbiamo pranzato assieme ad Erkin e Rakhat festeggiando, combinazione, il compleanno di Erkin, mangiando langman (ormai ci siamo affezionati a questo piatto) e bevendo il consueto the chai. Ci hanno fatto anche assaggiare il kumis, il latte di cavallo lasciato fermentare naturalmente, dal sapore acido quasi alcolico, un'esperienza gustativa troppo distante dalle nostre papille abituate alla pastorizzazione e non ce l'abbiamo fatta a finirne neanche una tazza.
Dopo pranzo ci siamo separati e io e Teo siamo ripartiti in direzione Karakol, costeggiando il bellissimo lago Issikul che pareva il mare della Sardegna. Ci siamo infine fermati alla guest house Kyrgyztours dove ci hanno dato per mancanza di stanze una bellissima yurt tutta per noi, poco male direi! Poco prima di sera abbiamo conosciuto due argentini approdati alla stessa guesthouse: Ezechiel e Francisco, in viaggio su due XT 600 affittate da MuzToo di Osh, l'officina di Patrick "lo svizzero" dove andammo per i lavori sulle moto. Tra le lunghe chiacchiere e risate a volumi tipici degli argentini ed italiani che si incontrano nell'altro capo del mondo, abbiamo fatto notte!
Kyrgyztours Guest House 1250 sum con colazione e lavanderia

Giorno di viaggio 46
21/7/16

La giornata è iniziata con una vera doccia e una lenta preparazione dei bagagli, raccogliendo i panni lavati finalmente dopo giorni. Abbiamo salutato Ez e Franz che però hanno fatto dietrofront dopo poco con problemi alla catena, molto allentata, che Teo si è offerto di aiutare a sistemare accompagnandoli in un officina vicina. Nel frattempo ci ha raggiunto alla guesthouse Piet, tedesco trapiantato in spagna che ci aveva contattato via mail per incrociare le nostre rotte essendo diretto anche lui in Kazakhstan e Russia, e desideroso di viaggiare con qualcuno. I ragazzi sono tornati dall'officina del paese tardi, ormai alle 14:00 ma Piet si voleva già mettere in cammino quindi ci siamo scambiati i contatti per ribeccarci in terra kazaka ed è partito prima che arrivassero gli altri.
Io e Teo siamo invece partiti alla volta di Karakol Gorge per esplorare un po' le montagne di quella bellissima area, ma dopo 15 km di stradine il fango è diventato difficile per via dei profondi canali scavati dalle jeep, e nuovi nuvoloni hanno oscurato il cielo e la nostra meta, al che con rammarico abbiamo fatto dietrofront. Non valeva la pena proseguire e campeggiare sotto l'acqua tra le montagne, quindi siamo tornati a Karakol per poi spingerci verso il confine col Kazakhstan, inseguiti dalle nuvole nere velocissime. A una decina di km dalla frontiera ci siamo fermati in un accampamento di yurt. Dopo esserci sfamati con una lauta cena abbiamo assistito alla mungitura delle vacche old style (a mano) e abbiamo fatto quattro chiacchiere con la famiglia ospitante. Ci siamo messi a letto col buio salutando l'ultimo tramonto kirgizo.

Giorno di viaggio 47
22/7/16

La notte è stata rumorosa per via della pioggia incessante che batteva sulla lana cotta e la plastica che la ricopre in cima alla yurt. Qualche goccia è riuscita anche ad entrare e nonostante il pavimento in legno sopraelevato, ha formato alcune pozze che ci hanno inzuppato alcune cose. Per fortuna il cielo al mattino era di nuovo sgombro e abbiamo steso tutto al sole ad asciugare.
Per colazione ci hanno portato praticamente un pranzo: piattone di patate, peperoni e carne, si preannunciava una digestione impegnativa. Abbiamo scattato le ultime foto assieme alla famiglia e discusso sui soldi, avevano cambiato idea rispetto al giorno prima, noi avevamo chiesto quanto costasse prima di alloggiare, ma alla persona sbagliata, ci ha fatto intendere la vecchia. Insomma alla fine ce ne hanno chiesti quasi il doppio, gli sganciamo 1400 sum (più dell'hotel con doccia e wifi) e loro ridacchiavano felici di aver fatto l'affare. In fondo loro sono i mercanti e noi i turisti, e senza vena di contrattazione estrema.
Salutiamo e andiamo al confine dove sorprendentemente in un'ora sola salutiamo il Kyrgyzstan ed entriamo in Kazakhstan, con tanto di foto con la guardia.
Al primo paesino ci fermiamo per la benzina e per pranzare, quand'ecco che per caso o per destino ribecchiamo Piet, che alla fine non aveva fatto tanta strada sorpreso anche lui dal maltempo e fermatosi a dormire poco dopo la frontiera. Decidiamo di andare assieme verso il Charyn Canyon e fare camping là per esplorarlo il giorno successivo. Piantiamo la tenda tra le prime gocce di un grosso acquazzone.
Con gli orologi sballati da un altro cambio di fuso orario riusciamo a fare due chiacchiere in un momento di cielo calmo, mangiando pane e formaggio e pane e nutella. Riusciamo a vedere un breve tramonto infuocato e poi a nanna presto sperando di vedere l'alba nel canyon.

Giorno di viaggio 48
23/7/16

Facciamo gli splendidi con la sveglia alle 5:00 ma poi apriamo gli occhi molto dopo, col sole già albeggiato, ma è ugualmente un bellissimo panorama da trovare una volta aperta la tenda: avere un canyon a poche decine di metri appena ti svegli non è da tutti i giorni.
Il tempo di essere tutti pronti e ci avventuriamo per un esplorazione a piedi. Le terrazze panoramiche offrono viste suggestive, ma ci piacerebbe scendere sul fondo del canyon con le moto. Decidiamo prima di disfare l'accampamento e partire carichi, forse non un idea meravigliosa ma non ci andava di lasciare le cose con tutti i turisti che iniziavano ad arrivare. Neanche il tempo di finire l'impacchettamento e vediamo arrivare un BMW con a bordo qualcuno di familiare: è Ildar, un Russo che avemano incontrato al lago Karakul in Tagikistan e con cui avevamo pranzato quand'eravamo ancora in compagnia di Bruce e Brad. E' di ritorno verso Omsk, e ci avvisa che a fine mese a Novosibirsk, in Russia, ci sarà un motoraduno di 3 giorni e volando ci potevamo vedere là. Controlliamo la mappa, forse si può fare, e anche se non esattamente di strada potrebbe essere l'occasione per noi di acquistare in una città attrezzata le gomme da montare in Mongolia.
Ci salutiamo e proseguiamo il giro del Canyon tuffandoci nel corridoio più basso in mezzo alle rocce azzardando un passaggio non proprio consentito a tutti (lo scopriremo in seguito, che il fondo del canyon è accessibile solo ai veicoli 4x4 col permesso). E' molto bello e suggestivo percorrere il fondo di questo pezzo di canyon con le sue rocce millenarie erose da un fiume ormai secco.
E' tempo poi di rimettersi in marcia e torniamo nella carreggiata della strada statale. Il paesaggio torna ad essere piatto, la strada diritta come un righello, siamo proprio tornati in Kazakhstan. La testa vuole tornare alle montagne che ci hanno emozionato nelle scorse settimane e ai percorsi fuori dall'asfalto. Ma qui si deve ricominciare a macinare km per raggiungere la Mongolia.
A sera un hotel semplice e carino ci consente di lavarci e dormire su un materasso vero.

Giorno di viaggio 49
24/7/16

Sveglia, bagagli, colazione, in sella. Siamo tutti un po' taciturni nei lunghi km diritti e caldi, ce ne aspettano circa 400 per oggi e nessuno sembra molto entusiasta della cosa.
Il pranzo è l'unico vero momento sociale della giornata, non ho preso nota neanche del luogo, ma abbiamo mangiato un ottimo langman e insalata in un posticino carino pieno di gente e immerso nell'odore di shaslick (spiedini) sulla brace.                               Alle 20 circa, con ben 450 km dietro le ruote, ci fermiamo presso la cittadina di Sarkand in una guesthouse un po' malandata, dove ci chiedono gli stessi soldi di ieri.. essendo in tre un piccolo sconto ce lo fanno ma a beneficiarne è solo Piet che si ritrova in stanza singola pagando l'esatta metà di noi. Troppo tardi per lamentarsi o scegliere altro, e poi la stanchezza e la noia della strada di oggi hanno solo bisogno di lasciare spazio al riposo. La compagnia di Piet è strana, siamo diversi non solo anagraficamente (ha 55 anni), è che si rivela un po' difficile da accontentare. Sia negli hotel che nei posti dove mangiamo si appoggia molto per le traduzioni, che sono difficili anche per noi, per poi dimostrare scontento se non ottiene quello che si aspettava, come se dipendesse in parte da noi. Iniziamo a pensare che non durerà molto questo viaggiare assieme, e poi vuole fare piani per i prossimi giorni mentre noi non vogliamo avere programmi troppo serrati essendo abituati a decidere le nostre giornate strada facendo. Con lui ci sentiamo un po' legati e a volte in soggezione, inconsciamente ci viene da non deluderlo ma così facendo tendiamo a sacrificare quello che vogliamo veramente fare. E' strano perchè da un lato ci si sente egoisti ma dall'altro non è detto che si trovi sempre sintonia coi compagni di viaggio casuali e non è obbligatorio stare assieme, solo che non sappiamo come dirglielo..oops!!
Sarkand motel 6000 tenghe senza colazione.

lunedì 1 agosto 2016

Diario di bordo - Sesta settimana di viaggio

Giorno di viaggio 36
11/7/16

Questa nottata da record ci fa toccare le 12 ore di sonno! Letti comodi e caldi, non potevamo fare altrimenti. Alle 11:00 siamo tutti e quattro in sella diretti a Karakul Lake, attraversando un passo a ben 4.650 mt di quota dove finalmente nessuno ha problemi con l'altitudine, stiamo valicando uno dei passi più alti del mondo!
Questi paesaggi non ti permettono di abituare l'occhio ad una tipologia di scenario, è incredibile come la tavolozza della natura riesca a rinnovare ogni singolo angolo del percorso senza mai farti ritrovare la stessa composizione di forme e colori. Strati di nuda terra e rocce spoglie sovrapposti dal grande crash comico che diede vita al mondo, terre emerse dal fluido primordiale ed ora erette davanti ai nostri occhi ubriachi di vastità. Avvicinandoci alla sommità del passo troviamo case di persone che abitano quel luogo così remoto, con la sola compagnia di simpatiche pellicciose marmotte e poche altre forme di vita, almeno quella mammifera. Troviamo anche un principio di bufera di neve, da cui ci allontaniamo a gas spiegato ma non prima di aver immortalato le nostre facce sotto il cartello indicante l'onorevole traguardo del passo. Dopo alcuni altri km con la bocca sempre spalancata (ma senza mosche da ingoiare) giungiamo all'incantevole luogo del Karakul Lake. Ci sono solo un certo numero di sfumature di blu che si possono incastrare nello stesso posto e Karakul Lake ha decisamente tentato di superare la capacità dell'occhio umano di riuscire a percepirne tante nello stesso momento. Nemmeno la macchina fotografica poteva riuscire nell'arduo compito perciò dopo qualche scatto ci siamo semplicemente fermati a fare assorbire le sensazioni agli occhi e al cuore. Almeno tre azzurri erano nel cielo, dal blu elettrico più brillante al turchese, poi il profilo delle montagne innevate, le cui ombre erano anch'esse blu, più violaceo, per il riverbero della neve, indi scendendo i primi toni dell'acqua del lago andavano dal verde acqua al turchese, al blu ceruleo all'oltremare e poi c'erano i verdi della rada vegetazione attorno all'acqua ed azzurri più cupi e torbidi dell'acqua stagnante in pozze, intorno alla riva.
Una volta ripresi dall'incanto del paesaggio ci siamo diretti in una guest house del minuscolo ed unico villaggio intorno al lago, per mangiare qualcosa, ma appena tolto il casco siamo stati assaliti da un nugolo di zanzare che ci hanno fatto correre dentro la casa. Poco dopo ci ha raggiunti un motoclista russo in solitaria, Ildar, che andava verso il Pamir in direzione opposta e abbiamo mangiato assieme. Dopo il frugale pasto e salutato Ildar, abbiamo cercato un luogo dove piazzare la tenda poichè intendevamo campeggiare nei pressi del lago, ma con grande frustrazione in ogni spiazzo che sondavamo trovavamo solo tantissime zanzare da cui scappare con rabbia. Brad nel frattempo ha anche rischiato di farsi mangiare vivo avendo forato l'anteriore tra i detriti e spazzatura abbandonati lungo la riva del lago, ma in tempo record con l'aiuto di Bruce hanno eseguito il pit stop più rapido della storia (grazie anche alla loro sfortunata ripetuta esperienza con le forature che li ha resi velocissimi nella riparazione). Noi intanto cercavamo un punto dove poterci fermare a mettere la tenda ma senza successo. Infine l'amara decisione di spostarci da lì andando verso nord in direzione del prossimo passo di montagna dove saremmo dovuti passare l'indomani, ma si percepiva che nessuno era contento della decisione. Ad un certo punto, poco prima di abbandonare la vista del lago, come leggendoci in testa, ci siamo tutti buttati fuori pista per un ultimo tentativo verso la sponda più a nord. Con soddisfazione abbiamo trovato una mezza altura piuttosto ventosa ma al riparo dai mini vampiri assetati del nostro sangue. Con una bellissima vista su lago e sul tramonto imminente, abbiamo montato il campo e cenato tutti assieme; poi abbiamo acceso un fuoco di sterpaglie che sorprendentemente bruciavano lentamente e sprigionando un bel calore e ci siamo scaldati circondati dal nulla sulle note dell'armonica di Matteo, con 9 gradi alle spalle. La notte è stata ventosa e piovosa ma noi siamo stati al caldo nei sacchi a pelo cullandoci nelle belle immagini della giornata.
Notte sotto le stelle in tenda: gratis e comunque senza prezzo..!

Giorno di viaggio 37
12/7/16

Smontato l'accampamento e salutato il lago ci siamo rimessi in sella destinazione confine col Kyrgyzstan, sempre guidando lungo la M41 verso Sary Tash, salendo sul passo Kizil-Art-Pass. Le due frontiere erano divise da 15 km di terra di nessuno, connesse da una strada dissestata e malconcia, ma abbiamo passato entrambi i controlli velocemente forse aiutati dal fatto che fossimo in gruppo o forse perchè eravamo gli unici avventurieri.
Rimango ogni volta stupita di notare come ogni attraversamento di confine corrisponda per davvero ad un ingresso in un altro mondo, completamente diverso dal precedente. Siamo usciti dalla struggente desolazione del Tajikistan per entrare in un cartone animato disneyano dei primi tempi, quando i paesaggi li dipingevano a mano come quadri. L'aridità e la nuda roccia sono stati sostituiti da un verde setoso steso su forme più arrotondate lungo i fianchi delle montagne. Dopo alcuni km nel nuovo paesaggio che neanche Heidi ha mai visto, anche la prospettiva ha mutato aspetto restringendo le fughe man mano che ci addentravamo nella valle del fiume Gulka. L'acqua del fiume in certi punti trascinava talmente tanta argilla da scorrere di color rosso mattone, come un arteria pulsante scoperta nel cuore della valle. Tutti i colori del deserto hanno lasciato posto a freschi toni di natura più viva e rigogliosa, vita che si rifletteva anche nella pasciutezza degli animali che presentavano pance più tornite senza le costole in vista del bestiame visto fino ad ora. Cavalli, asini, bovini e ovini pacificamente brucanti nel verde. Attorno iniziavano a comparire le "yurt", le capanne circolari della gente nomade, ricoperte di teli e pellicce ed all'interno rivestite di tappeti decorati a mano e decorazioni appese coloratissime. Il foro sulla sommità consente il ricambio d'aria in assenza di finestre, soprattutto quando nella yurt è presente la stufa per cucinare.
Verso le 17:30 siamo giunti ad Osh presso la Tes Guest House, suggeritaci da alcuni motociclisti amici di Bruce e Brad coi quali si erano dati appuntamento: Pierce e Steve (nel web come Muddlife Crisis) sui loro KTM 690. Dopo varie birre gelate e delle docce risanatorie ci siamo viziati con una cena di gruppo a base di bistecche ai ferri assieme anche ad altri due avventurieri, Alessandro italo-svizzero in bici e un ragazzo israeliano in viaggio a piedi, di cui ho ahimè scordato il nome.

Giorno di viaggio 38
13/7/16

Giornata dedicata a backup di foto e video, lavanderia implellentemente necessaria e visita all'officina di moto 'MuzToo' di Patrik, conosciuto come "lo svizzero", effettivamente un elvetico trasferito in Kyrgyzstan. L'officina è un luogo celebre tra i viaggiatori perchè è l'unico nel raggio di tante centinaia di km senza alcun negozio di ricambi moto. Dobbiamo fare un check up e acquistare alcuni ricambi, come le camere d'aria anteriori che Teo si è accorto di non avere, una pompa della benzina, i para oli e para polvere da sostituire sulla mia forcella che ha sofferto di varie perdite; insomma, un giorno per recuperare e riordinare tutto quanto.
Numerosi adesivi sulla porta dell'officina testimoniano il passaggio di numerosi viaggiatori su due ruote, la maggior parte dei quali diretti o provenienti dal Pamir.

Giorno di viaggio 39
14/7/16

Decidiamo di fermarci a Osh un altro giorno. Ieri il garage di Patrick non aveva in casa tutti i pezzi e siamo stati al bazar della città per trovarne alcuni. Una distesa di container pieni al 90% di rottami e altri prodotti, per lo più di provenienza cinese e russa e per noi un buco nell'acqua.
Dopodichè siamo stati circa 5 ore in officina per consentire a Teo di fare i lavori più urgenti mentre io ricopiavo il diario sul tablet per poterlo pubblicare. Siamo venuti via piuttosto tardi, ma poco prima di andarcene sono arrivati due danesi con due CRF 250L e ne avevano fatta assai di strada: in viaggio da 2 anni e mezzo attraverso Americhe e Africa, ed ora Asia. Abbimo chiacchierato un po' e scoperto che alloggiavamo anche loro da Tes. Tornati alla guest house Bruce e Brad ci hanno fatto trovare pizza e birra, era la nostra ultima cena assieme, l'indomani le nostre strade si sarebbero separate.

Giorno di viaggio 40
15/7/16

Stamattina ci è toccato un bel daffare avendo sparso ogni cosa nella stanza: vestiti finalmente puliti, cose tecnologiche e abbigliamento da moto lanciato qua e là. Inoltre ci siamo persi nelle ultime chiacchiere con Peter, Leana, Bruce, Brad e Nora, una ragazza della Repubblica Ceca in sella ad una Suzuki V-storm. Lasciamo la Tes Guest House alle 13:30 dopo aver saldato un conto un po' al di sopra delle aspettative (113 dollari per tre notti, lavanderia e alcune bottiglie di bibite).
Ci siamo diretti a nord-ovest sulla Osh-Bishkek senza troppi programmi sul dove fermarci, con l'intenzione di andare ad ovest, ma poi annoiati dall'asfalto abbiamo scelto di cambiare direzione per andare verso il lago Song Kul, suggeritomi da Cristiano, un amico che viene spesso in Kyrgyzstan. Abbiamo campeggiato alla buona in un campo nei pressi di Jalal-Abad, cenando con frutta e riassaporando il ritorno nella natura dopo giorni di ostello.

Giorno di viaggio 41
16/7/16

Oggi meravigliosa giornata di guida tra le montagne tra Jalal-Abad, Kazarman e il lago Song Kul.
I paesaggi sono stati davvero mozzafiato, difficile descriverli tutti, scenari infiniti che sembravano disegnati a matita e poi monti più simili alle nostre alpi con pinete e muschi, ci siamo divertiti sui tornanti e sugli sterrati dritti dove dare più gas. Nel pianoro di Song Kul si è aperto un improvviso mare di colline verdi con centinaia di cavalli, mucche, capre e tende Yurt dei nomadi che vivono in quel luogo d'estate. La loro attività nei mesi caldi è pascolare il bestiame e produrre latte di cavallo fermentato, burro, panna e formaggio che poi rivendono, oltre che fare riprodurre le mandrie per aumentare il possedimento e venderne alcuni capi.
Neanche il tempo di montare la tenda e intravediamo le moto di Bruce e Brad che avevano preso alloggio presso una delle yurt! Decidiamo di accamparci lì nei pressi e ceniamo con loro presso la tenda della famiglia ospitante, dove conosciamo anche una ragazza tedesca trasferitasi per passare la stagione tra i nomadi kirgisi. Una vecchia rugosa e placida ci serve la 'sorpa', zuppa classica di brodo di verdure, patate e carne, beviamo il consueto the nero tra le chiacchiere.

Giorno di viaggio 42
17/7/16

La notte a 3000 metri è stata gelida, c'era la brina sulla tenda. Ad aggiungere scomodità il materassino di Matteo si è sgonfiato per una nuova perdita e ha fatto si che il mio diventasse un rifugio per due nonostante la piazza singola. Alle 7:30 un bel sole ci ha finalmente scaldato e dato l'opportunità di sonnecchiare ancora un po' ma senza più brividi. Abbiamo fatto colazione, sempre nella yurt, con i ragazzi mangiando semolino con la panna fresca e marmellate, buone anche per me che on amo le confetture. Dopo aver lasciato una non tanto simbolica mancia di 1600 sum (22 dollari) siamo ripartiti in direzione Naryn, una cittadina a 120 km, percorrendo un altro bellissimo passo in discesa tra ruscelli, pietroni, verdi colline e monti dall'aspetto morbido per via della superficie vellutata di vegetazione.
Verso le 16:00 siamo arrivati a Naryn e ci siamo goduti una doccia dopo 2 giorni di polvere e sudore senza lavarci. Ceniamo con Bruce e Brad in un ristorantino molto carino mangiando un ottimo Langman, un piatto tipico realizzato in due versione: o brodoso o saltato in padella, costituito da spaghetti, carne e verdure, in prevalenza peperoni. Brindiamo con birrette, domani ci si risepara, ma questa volta per davvero essendo loro diretti in Cina.
Guest House Celestial Montain View (di nome ma non di fatto) 1000 sum (12 dollari)